Solare termico e solare fotovoltaico

Due tecnologie per imbrigliare il sole, che

Quando veniva oscurato da un’eclissi gli antichi pensavano che
fosse imminente la fine del mondo. Perché il sole ha sempre
rappresentato la vita e la forza, l’energia proveniente addirittura
da un’entità superiore e divina.

Oggi, grazie alle nuove tecnologie, è possibile
utilizzare questo potenziale della natura, trasformando l’energia
solare in energia termica e fotovoltaica (Fv), ovvero elettrica,
bypassando carbone e petrolio, causa prima dei cambiamenti
climatici.

L’energia termica serve a produrre acqua calda, a costo minimo,
una volta ammortizzate le spese dell’impianto.

Per fare un esempio, una famiglia di quattro persone dell’Italia
centrale – si legge in un opuscolo dell’Enea, “Energia termica dal
sole”- abituata a consumare in media 70 litri d’acqua calda al
giorno e per persona, e provvista di un pannello di circa tre m2 e
un serbatoio di circa 300 litri, può contare sulla copertura
di circa la metà delle sue esigenze annuali di energia di
questo tipo.

La tecnologia fotovoltaica, invece, consente di trasformare
l’energia solare in energia elettrica, sfruttando il cosiddetto
“effetto fotovoltaico”.

Il processo di conversione è assicurato dalle
proprietà di alcuni materiali semiconduttori (come il
silicio) che, opportunamente trattati, sono in grado di generare
elettricità se colpiti dalla radiazione solare, senza l’uso
di alcun combustibile.

La conversione avviene nella “cella”, più celle insieme
formano il “modulo”: una struttura robusta e maneggevole, in grado
di garantire molti anni di funzionamento, anche in condizioni
ambientali difficili. Un insieme di moduli, assemblati in una
struttura comune, costituisce un “pannello” e più pannelli
collegati in serie una “stringa”.

Dalle stringhe si arriva al “generatore fotovoltaico”,
costituito, infatti, da un insieme di stringhe collegate in
parallelo per fornire la potenza richiesta.

Fondamentale, infine, la distinzione tra impianti fotovoltaici
“isolati”, o stand-alone, e impianti “connessi” alla rete elettrica
di distribuzione, o grid-connected.

Nei primi, l’energia prodotta alimenta direttamente un carico
elettrico e la parte in eccedenza viene accumulata in apposite
batterie che la rendono disponibile nelle ore in cui manca
l’insolazione.

Nell’impianto grid-connected, invece, l’energia viene convertita
da continua in alternata per alimentare il carico utente e/o
immessa nella rete, con la quale lavora in regime di interscambio.

L’utente, quindi, diventa produttore di energia pulita.

Silvia Perdichizzi da Modus vivendi n. 33 (maggio 2002)

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