Casa di Langa è una struttura immersa nella natura, tra i noccioleti e i vigneti delle colline di Cerretto Langhe, nell’Alta Langa in Piemonte. Si tratta di una realtà caratterizzata dalla forte volontà di inserirsi nel contesto naturale senza interferire con l’ambiente circostante: dalle architetture agli spazi coltivati, tutto è progettato per essere in totale
Spazio Asti 17. Riciclare
Dal 9 all’11 aprile Spazio Asti ospita Be Fashion: Outlet & Recycling, il fine settimana dello stile etico, per farsi un guardaroba sostenibile.
Loft, boutique, temporary shop, laboratorio, carosello di eventi:
Spazio Asti 17 a Milano è un po’ tutte queste cose. L’idea?
Essere un’isola cittadina dove trovare oggetti di design,
accessori, vestiti, bijoux tutti all’insegna
dell’originalità e dell’ambiente.
Riciclare è di moda, certo, soprattutto di questi tempi. Ma
allo Spazio Asti 17, a Milano, si scopre che è proprio lo
scarto in sé a diventare un insospettabile pezzo trendy,
esteticamente bello, da cui vengono creati oggetti glamour da
indossare, se sono accessori, o da sfoggiare in casa se elementi di
design.
È una delle belle sorprese di Spazio Asti 17: un loft-shop
di 300 mq, allestito con materiali e opere di riciclo, proprio a
fianco del Teatro Nazionale, in zona Wagner, a Milano. È
stato inaugurato a fine settembre 2009 dai pubblicitari Valentina
Martin e Riccardo Grazioli, che hanno dato forma a un’idea che
coltivavano da molto tempo. Insieme a loro le giornaliste Martina
Martorana e Sabrina Commis.
L’obiettivo principale: far diventare Spazio Asti un’isola
cittadina, come suggerisce la descrizione nel sito ufficiale.
Già, perché le direzioni sono molte: per gli
eco-artisti può essere una vetrina promozionale in cui
esporre le proprie creazioni, per chi organizza un evento una
location originale e accogliente allo stesso tempo, e per la
maggior parte delle persone una boutique originale dove scovare
pezzi originali e rispettosi dell’ambiente.
Ecco qualche curiosità dopo un giro in questo loft del
riciclo: le borse coloratissime (e anche dei pouf) realizzate con i
banner pubblicitari dismessi, le collane di perle e carta presa da
fumetti, giornali, pagine gialle. “Abbiamo una mailing list molto
eterogenea – ci spiega Valentina Martin – e siamo stati sorpresi di
scoprire l’entusiasmo e la curiosità delle persone, anche
quelle di una certa età, meno vicine alla sensibilità
green, come invece accade nei più giovani. Pensiamo sia
utile unire la finalità commerciale a quella sostenibile”.
Quindi quali sono le strade su cui il riciclo deve puntare di
più? “Bisogna ancora sdoganare il concetto che l’oggetto
riciclato non è solo fine a se stesso, come accade
già nell’arte e nel design, in cui c’è infatti
un’offerta enorme. Si può invece fare ancora molto per farlo
diventare anche un oggetto di utilizzo comune” conclude Valentina
Martin.
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