
L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, voluta dalle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema.
Nelle
civiltà arcaiche la figura della donna veniva associata alla
Madre Terra, generatrice di vita e potente forza della natura.
Eppure in ogni tempo e ancora oggi nel mondo le donne subiscono
violenze, sono maltrattate, sfigurate e persino uccise. Molte sono
vittime di stupro, di gravi brutalità, violate nella
bellezza e nella dignità. Anche nel nostro Paese il
femminicidio è una realtà gravissima, ogni tre
giorni muore una donna uccisa dal proprio compagno. Terribile e
inaccettabile.
Le azioni sono specchio dei pensieri: dietro a tali gesti orribili
non c’è amore, né rispetto, né umanità.
A volte solo una linea sottile fa scegliere un percorso piuttosto
che un altro. E’ l’amore ricco di spiritualità la chiave che
permette di guardare oltre i limiti delle parole e dei
comportamenti altrui. Una visione olistica dell’amore crea rispetto
per tutte le cose e può cambiare molto su questo pianeta
dove ipocrisia, egoismo, avidità hanno prodotto rapidamente
un forte deterioramento di valori. L’amore vero non ha bisogno di
prendere e pretendere, è un sentimento disinteressato e
armonioso a cui non serve dipendere dal controllo del partner.
È come un albero che ha forti radici che crescono nella
comprensione e che dà fiori e frutti nella qualità
dei pensieri e delle azioni.
Processo per stupro (che potete vedere nel video
sopra) è un docufilm diretto da Loredana Dordi che racconta
le fasi di un processo per stupro al tribunale di Latina, entrato
negli annali anche per l’arringa difensiva condotta da Tina
Lagostena Bassi, pietra miliare della giurisprudenza italiana, che
ha cambiato la storia dei diritti delle donne in Italia. Da
lì in poi, fu chiamata “l’avvocato delle donne”. Il film
è stato mandato in onda dalla Rai per la prima volta il 26
aprile 1979 e visto da milioni di persone riuscendo a sollevare un
dibattito sulla legge contro la violenza sessuale. Le cose sono
cambiate lentamente, fino al 1996 con la legge n. 66 sulle norme
contro la violenza di genere.
Di seguito le testimonianze che abbiamo raccolto per questa
Giornata:
La27ora e Barbara
Stefanelli
Vicedirettore del Corriere della
Sera
C’è stato un tempo del silenzio: quando le donne
subivano, zitte e di delitti e botte non si parlava; un tempo
dell’attenzione: in cui il femminicidio, la violenza sulle donne e
i maltrattamenti in famiglia, da fatto privato sono diventati fatto
pubblico e politico; un tempo del confronto: quando il decreto e la
legge, hanno diviso, tra approvazione e contestazione, ma scatenato
pure utili dibattiti per comprendere. E c’è stato un tempo
dei numeri: quello della semplificazione e del negazionismo.
È arrivato ora il tempo del pensiero e dell’azione. Il tempo
“oltre la violenza”. Perché cambiare si può.
Siamo passati da disattenzione e inerzia – giustificata come si fa
con i fenomeni naturali – a una sensibilità nuova.
A questo spostamento noi giornaliste del Corriere (e non solo)
riunite nel blog La27ora abbiamo partecipato attivamente. Tenendo
aperto il confronto con le lettrici e i lettori, le loro storie e i
loro dubbi. Dai post all’inchiesta e di nuovo ai post. Abbiamo
scelto di parlare meno di dolore e più di forza. Quella
delle donne che hanno deciso di dire basta, delle operatrici dei
centri antiviolenza e delle case rifugio, di poliziotti e
magistrati a cui ha dato voce il libro-inchiesta Questo non
è amore (2013, Marsilio). Abbiamo scritto e discusso di
femminicidio, di emancipazione e di ruolo, di donne e di uomini
ogni giorno. E abbiamo capito che contare solo le donne uccise
è un esercizio limitante. Che effetto vi fa, per esempio,
sapere che la violenza domestica in Italia costa 17 miliardi di
euro, come ci racconta l’indagine di Intervita? Al dolore e alla
rabbia di fronte alle storie e ai nomi della Spoon River nazionale,
si affiancano strumenti per rispondere con strategie efficaci. Si
tratta di attrezzarci a capire come si modificano le opinioni e i
comportamenti da parte maschile e femminile. La parola maschile
è un altro dei capitoli fondamentali per comprendere, senza
giustificazioni, i meccanismi che muovono un uomo ad aggredire
psicologicamente e fisicamente la compagna, moglie, fidanzata,
amante. Li abbiamo raccontati, cercando linguaggi che non
violentassero quanto la violenza.
Un impegno a cui abbiamo provato a rispondere con i dieci
punti presentati in Senato lo scorso settembre. Sul quale al
Corriere stiamo ancora lavorando. Da dove partire perché
tutto ciò non resti esercizio retorico? Le nuove
generazioni, dice Eve Ensler, hanno un’arma potente, che noi non
abbiamo avuto con la stessa libertà: la voce. È ora
il tempo delle ragazze e dei ragazzi. Con loro tutto potrà
succedere. E sta succedendo nelle scuole, dove ancora prima che
nasca come materia una vera e propria educazione di genere, o
educazione ai sentimenti, si sta lavorando per crescere pari prima
che si cristallizzino gli stereotipi che giustificano l’uso della
violenza. I primi a voler uscire dalle gabbie dei ruoli sociali
imposti sono proprio i ragazzi. Lo abbiamo visto (e lo stiamo
vedendo) negli appuntamenti che si stanno moltiplicando in questo
25 novembre. E ora tocca a tutti noi fare in modo che non resti la
“celebrazione” di una sola giornata in cui tutti si dichiarano
contro. Ma che sia un giorno di pensiero e spunti a cui ne seguano
altri 354. Di Azioni. E cambiamento.
Gianna
Martinengo
Presidente Didael KTS S.r.l.
Presidente Associazione Donne e
Tecnologie
“La scuola e i mass-media hanno un ruolo fondamentale nella
crescita delle nuove generazioni e dei nuovi cittadini. Il rischio
maggiore è che i bambini e le bambine siano
inconsapevolmente ‘violenti’ gli uni e ‘seduttive’ le altre:
entrambi gli aspetti dimostrano che manca una corretta educazione
sentimentale e sessuale. Come possiamo aiutarli a diventare uomini
e donne rispettosi della loro diversità, forti nella loro
complementarietà, uguaglianza e pari dignità? Ogni
adulto, uomo o donna che sia, deve con la propria
sensibilità e con il proprio esempio impegnarsi a
trasmettere quei valori identitari e sociali che faranno prevalere
l’essere sull’apparire, l’autentico sull’effimero, così
ponendo le condizioni per il ben-essere delle generazioni
future”.
Anna
Gastel
Vicepresidente FAI
“Sopportare, sopportare facendosene ogni volta una ragione e
andare giù, sempre più a fondo, fino a quando tutto
sembra impossibile; impossibile uscirne, cambiare, evadere,
ricominciare da soli con le proprie forze a riprendersi la vita.
Legami malati, a volte giustificati dal ‘troppo amore’ che amore
non è. Non è amore per l’altro, ma solo amore di
sé, che bisogna guardare con la lucidità degli altri,
di chi sta fuori dalla “gabbia” e ci indica la via d’uscita. Che
c’è, c’è sempre, basta dire basta alla paura.
Perché cambiare si può, si deve… donne e uomini.
Vale anche per gli uomini che hanno maltrattato”.
Dalia
Gallico
Presidente del Corso di Laurea Moda e Design
Università San Raffaele Roma
Presidente Associazione Signum
Lab
“C’è sempre un angolo di silenzio nelle più
sincere confessioni delle donne” – P. Bourget. La Duchesse bleu. Mi
sembra abbiamo solo l’imbarazzo della scelta tra le tante cose
urgenti che si potrebbero fare per le donne ma già ci
accontenteremmo di mantenere “forti” quelle utili esistenti. E
allora perché chiudono, invece di essere supportati e
potenziati, i già pochi Centri d’Ascolto? Forse servono meno
convegni e più servizio quotidiano sul territorio a
disposizione gratuito di tutte le persone che vi si vogliono
rivolgere affinché i problemi (che soffrono di
sovraesposizione solo quando il dolore si fa spettacolo e poi
cadono nell’oblio) riescano a trovare luoghi di aggregazione e, ci
auguriamo, soluzione. Viviamo momenti difficili, dicono. Ma certi
buoni progetti nascono proprio nei momenti più difficili..
Dunque azione!”
Ilaria
Venturini Fendi
Designer e imprenditrice
La prima
borsa Carmina Campus che creai nel 2006 esibiva il logo di una
campagna, lanciata in quel periodo ma purtroppo ancora attuale,
contro le mutilazioni genitali femminili. Da allora, grazie al
lavoro con Carmina Campus ho accumulato esperienze che hanno
rafforzato la mia idea che le donne siano le protagoniste del
cambiamento e dello sviluppo. Anche nel mondo cosiddetto
civilizzato le violenze, le intimidazioni, i condizionamenti sulle
donne non sono solo un crimine e un’offesa. Sono un fattore che
inibisce il progresso verso una civiltà più evoluta,
più equa e consapevole, di cui tutti, uomini e donne,
potremmo trarre vantaggio.
Agatha Ruiz de la
Prada
Stilista, imprenditrice e proprietaria del
proprio marchio
Bisogna fare tutto il possibile per evitare che un uomo sia in
grado di picchiare una donna per la seconda volta. Fermiamolo
prima! È difficile però siamo in molti.
Su LifeGate.it:
La violenza sulle donne nel mondo
Più di una donna su tre subisce violenze almeno una
volta nella vita, spesso da persone che dovrebbero amarle. Un dato
enorme rivelato dal primo studio internazionale sistematico
condotto dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Cosa consiglia Google sulle donne
Come vengono viste le donne quando si cerca qualcosa su
Google? La risposta ce la dà la nuova campagna di UN Women,
l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti delle donne
nel mondo.
I paesi con meno differenze tra donne e
uomini
L’Islanda è il miglior paese al mondo dove vivere per
una donna secondo l’indice annuale 2013 sulla differenza di
trattamento di genere pubblicato dal World economic forum. L’Italia
guadagna “solo” nove posizioni.
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