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Due terzi degli italiani separano regolarmente i rifiuti. Ecco un piccolo prontuario, per aiutarci a capire cosa buttare nei cassonetti della differenziata e cosa nel bidone dei rifiuti generici.
Un vasetto di yogurt, una vaschetta della frutta, un vecchio
spazzolino o un rasoio usa e getta. Sono tutte cose che compriamo,
tutti i giorni, al supermercato e che, una volta usate, spesso non
sappiamo dove buttare, anche mettendoci tutta la nostra buona
volontà.
Lo sottolinea il sondaggio svolto dal Conai (Consorzio Nazionale
per il recupero degli Imballaggi) su 13.571 intervistati durante il
Grand Tour che termina oggi, 27 ottobre, e che ha
toccato, negli ultimi 6 mesi, 24 città italiane, dando la
possibilità a circa 40.000 persone di capire meglio come
funziona la
raccolta differenziata.
Dal sondaggio emerge che il 70% degli intervistati separa i
rifiuti, in particolare plastica (69%), carta (62%) e vetro (60%).
seguono il legno e l’alluminio, riciclati in minore
quantità.
Ma il dato più interessante riguarda le difficoltà
legate alla pratica della raccolta differenziata, in particolare la
difficoltà a riconoscere
i materiali da separare. Il problema coinvolge il 33%
del campione che, pur volendo differenziare (spinto da
sensibilità ambientale, 66%, e da propositi di risparmio
energetico, 9%), al momento di separare i rifiuti, non sa cosa si
possa riciclare e cosa no.
Ecco allora un piccolo prontuario, per aiutarci a capire cosa
buttare nei cassonetti della differenziata e cosa nel bidone dei
rifiuti generici:
Carta:
SI
– giornali, riviste, quaderni
– libri vecchi, sacchetti di carta
– carta da pacco
– scatole di cartoni piegati
– contenitori in poliaccoppiato (tetra-brik) del latte o dei succhi
di frutta preventivamente sciacquati
NO
– Carta carbone
– carta oleata o unta o plastificata (ad esempio quella per
contenere alimenti, tipo insaccati)
– carta cerata
– tovaglioli e bicchieri di carta
Plastica:
(In teoria, tutte le plastiche sono riciclabili; tuttavia, i
macchinari attuali degli impianti di riciclo trattano solo PET,
PVC, PE, le cui sigle sono riportate sui vari prodotti. Di fatto,
la plastica è il materiale meno riciclabile di tutti)
SI
– Contenitori per liquidi, bevande, flaconi detersivi, saponi con
il marchio PET, PE o PVC
– Contenitori per alimenti in plastica, a patto che non contengano
residui
NO
– confezioni cellophane (alimentari, riviste, prodotti per la casa)
e “buste della spesa”
– arredi in plastica
– penne e altri piccoli oggetti per la casa
– spazzolini, rasoi usa e getta
– giocattoli
– custodie di CD e DVD
– videocassette, audiocassette, CD e DVD
– piatti, bicchieri e posate in plastica
– contenitori tipo tubetti di maionese, salse
– tubetti di dentifricio o creme
– accessori per auto
– borse e zainetti in materiali plastici (anche ecopelle)
– portadocumenti
– bidoni e cestini
– piccoli e
grandi elettrodomenstici (richiedono uno smaltimento
apposito)
– contenitori per colle e vernici (richiedono uno smaltimento
apposito)
Vetro:
SI
– bottiglie e vasetti senza tappi
– bicchieri
– vetri, anche rotti
NO
– tubi al neon, lampadine
– ceramica
– specchi
Alluminio e altri metalli (nel contenitore
della plastica):
SI
– lattine
– barattoli
– vassoi e piatti
NO
– metallo accoppiato con altri materiali
Per quanto riguarda le pile e i farmaci scaduti, spesso possono
essere depositati in contenitori appositi presso farmacie e
supermercati. Per gli altri materiali, compreso il legno, è
necessario contattare l’agenzia di smaltimento dei rifiuti della
propria città.
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