
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
L’elaborazione del Wwi (World Watch Institute) esprime un cauto ottimismo per quanto riguarda la sostenibilità e le sfide ambientali e sociali che stiamo affrontando.
Partendo dall’analisi del vertice di Johannesburg traspare la
coscienza che un’economia sostenibile, ovvero la nostra economia
futura, si baserà su una combinazione di sinergie: quella
dell’industria, quella dei governi nazionali, delle società
civili, delle organizzazioni non governative e dei privati disposti
a investire nello sviluppo di economie sane sia per la popolazione
che per il pianeta. Propio questa non omogeneità sarà
la chiave per indurre grandi cambiamenti positivi all’insegna della
sostenibilità.
Come ciò avverrà è all’interno del 20°
rapporto sul mondo: “State of the World 2003”, che analizzando le
sfide ambientali e sociali che stiamo affrontando a livello globale
(dalla crescita della popolazione, all’inquinamento, al declino
ecologico), dimostra come esse siano, seppur enormi, non
impossibili da affrontare.
Il rapporto è suddiviso in diversi capitoli a seconda delle
tematiche affrontate.
Tra le più significative ricordiamo quella relativa
all’estinzione delle specie animali, quella relativa alla creazione
di nuove energie per il futuro e quella che indaga sulla tendenza
delle religioni ad interessarsi delle problematiche ambientali e
della salute degli uomini.
L’estinzione delle specie animali è drammaticamente
correlata a quella dei volatili. Infatti, essi sono usati come
indicatori del degrado ambientale. Alla base della loro riduzione
la perdita degli habitat naturali e le conseguenze delle
attività umane.
Il fenomeno dimostra come oggi il ritmo di estinzione sia 50 volte
superiore al ritmo biologico naturale. Negli ultimi 500 anni sono
scomparse 128 specie di uccelli, di queste ben 103 dal 1800.
La transizione da un’economia basata sui combustibili fossili a
un’economia basata su energie rinnovabili ridurrà
significativamente gli impatti negativi verso l’ambiente (causati
dall’estrazione, dall’utilizzo e dalla non rinnovabilità di
quei combustibili) e porterà a una nuova stabilità
politica internazionale.
L’energia eolica e quella fotovoltaica sono ormai
d’attualità. Dall’utilizzo della prima molte nazioni sono
ormai in grado di produrre il 20% del proprio fabbisogno
energetico.
Le cellule fotovoltaiche ora sono molto più affidabili ed
economiche e possono servire milioni di persone nelle areee di
sviluppo.
L’utilizzo dell’energia solare e di quella eolica è
aumentata negli ultimi 5 anni del 25% all’anno.
Le religioni avranno un ruolo sempre più dominante, potendo
contare su larghi consensi.
Molte religioni iniziano a mostrarsi interessate nella
“costruzione” di un mondo sostenibile e a tal scopo creano
relazioni con i movimenti verdi. Esempi concreti sono gli sforzi
dei monaci buddisti in Thailandia per combattere la deforestazione
e la campagna del Consiglio mondiale delle chiese protestanti per
contrastare l’effetto serra.
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