
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Aiuti umanitari come arma di scambio: gli Stati Uniti dichiarano di aumentare l’invio di alimenti in Africa, a patto che quest’ultima accetti i prodotti ogm.
Il contrasto tra Unione Europea e Stati Uniti sulla questione OGM,
si sposta adesso sul delicato piano degli aiuti umanitari. Dopo la
presa di posizione di Bush che (sulla falsariga di quanto
già affermato alcuni giorni prima dal rappresentante per il
commercio Usa Robert Zoellick) ha definito “immorale” la moratoria
imposta dalla Ue nel 1998 sulle colture trattate con Ogm, ora la
pressione degli Stati Uniti arriva a far leva sul Terzo Mondo.
Il Presidente americano si è detto pronto ad aumentare
addirittura del 50%, nello spazio di soli tre anni, gli aiuti
destinati ai Paesi poveri, soprattutto quelli africani. In cambio
del sostegno alimentare, l’Africa dovrebbe aprire le frontiere ai
cibi geneticamente modificati, dei quali gli Stati Uniti sono i
principali produttori. Bush lo ha detto in occasione del suo
discorso al secondo Forum Usa-Africa Subsahariana di cooperazione
economica e commerciale, nell’isola di Mauritius.
Il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, ha ribadito a
Washington che “le nazioni africane hanno molto da guadagnare dalla
esportazioni alimentari americane, attualmente bloccate, senza
nessuna giustificazione, sui prodotti geneticamente
modificati”.
La risposta dell’Unione Europea alle accuse degli Stati Uniti di
ridurre gli aiuti alle nazioni povere che accettano alimenti
transgenici non si è fatta attendere: “tali accuse si sono
spinte troppo in là” – ha detto il commissario Ue allo
sviluppo e aiuto umanitario Paul Nielson, presentando un suo
viaggio proprio in tre Paesi africani – “è ora di impostare
uno scambio dei rispettivi punti di vista più civile”.
Rispondendo poi alle critiche americane agli europei di aver inciso
sulla scelta dello Zambia di rifiutare coltivazione e importazione
di prodotti Ogm, Nielson ha precisato che la decisione è
stata assolutamente autonoma.
La battaglia non sembra assolutamente destinata a placarsi: gli
Stati Uniti minacciano di indurre il governo a far boicottare
prodotti strategici europei, pur di costringerli a ridare il via
libera al transgenico.
La parola adesso passa di nuovo all’amministrazione Bush.
Roberta Marino
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