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La rivista ‘Nature’ dedica uno speciale a quello che ormai viene definito “il nuovo Polo Nord” dal titolo After the ice, ovvero “dopo i ghiacci”. Attenzione puntata sull’accelerazione record della fusione dei ghiacci del settembre 2011.
L’Artico senza ghiacci. O meglio come potrebbe essere dopo la loro
scomparsa, prevista per metà secolo. A dedicare uno speciale
a quello che ormai viene definito il “nuovo” Polo Nord dal titolo
esemplificativo After
the ice (“dopo i ghiacci”) ci ha pensato la rivista
‘Nature’.
Fusione record nel 2011
La fusione dei ghiacci
ha segnato a settembre 2011 un nuovo record (dopo quello del 2007).
L’Artico, dove il ritmo dei cambiamenti climatici è
più veloce, copre circa il 5% della superficie del Pianeta.
Con l’aumento delle temperature globali, il ghiaccio marino si
restringe rapidamente durante il periodo estivo: dal 1979 (anno di
inizio delle misurazioni satellitari) – si spiega su ‘Nature’ – ha
perso il 12% ogni decennio, ma negli ultimi 5 anni si è
assottigliato sempre di più fino a diventare vulnerabile
alle temperature più calde.
Il ghiaccio scompare: le conseguenze
Secondo le
previsioni di alcuni modelli climatici il ghiaccio marino estivo
sarà in gran parte scomparso per la seconda metà del
secolo, anche se il tasso attuale di fusione supera addirittura
quello descritto dai modelli. Tra le conseguenze di questa apertura
dei ghiacci ne vengono indicate alcune con implicazioni maggiori:
ridisegnare le mappe geografiche dell’Artico e le nuove rotte dei
trasporti marittimi; la collaborazione internazionale per uno
sviluppo sostenibile per evitare danni all’ambiente (nuove regole
per proteggere l’oceano Artico e tutelare la biodiversità);
garantire un futuro di pace in Artico (è già iniziata
la gara per rivendicare i fondali e i vasti giacimenti di
idrocarburi); aiutare le popolazioni e gli Inuit ad adattarsi alla
nuova situazione.
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