Il turismo escursionistico è una delle forme di viaggio più sostenibili da praticare. E fra i cammini più affascinanti c’è quello che conduce al sito incaico del Machu Picchu, nelle Ande peruviane.
Tepori d’inverno in Val Gemella (BS)
La Val Gemella, mèta del nostro itinerario, ormai celebre grazie al Giro d’Italia, del Mortirolo E’ una zona interessante per chi ama il trekking e il relax
Quando si arriva in Alta Val Camonica, i pennacchi dei comignoli ci
guidano verso queste emozioni intense e rarefatte. La statale n. 42
del Tonale e della Mendola si snoda fino a Edolo, grosso
centro ricco di servizi utili e comodi all’escursionista. 3 km
dopo la cittadina in direzione Ponte di Legno, sul lato sinistro si
apre una valle laterale con la relativa strada che conduce dal
paese di Monno fino al passo del Mortirolo. Appena usciti dal
centro abitato incontriamo una cappella votiva e nei pressi un’
area di parcheggio sterrata. L’altitudine si aggira intorno ai 1060
m. Da qui una mulattiera scende a sinistra, tuffandosi nel verde
invernale dei pascoli verso il torrente Mortirolo. Da queste
balconate erbose, guardando a sinistra, appare la Val
Gemella e il tracciato del sentiero che la percorre fra boschi,
malghe e alpeggi. La Val Gemella, mèta del nostro
itinerario, è una valletta laterale che si apre sulla
sinistra rispetto a chi risale la valle secondaria, ma ormai
celebre grazie al Giro d’Italia, del Mortirolo. E’ una zona
interessante per chi ama il trekking; infatti permette di
conciliare facilmente movimento, relax e ambiente. Il territorio
è considerato di rilevanza ambientale dalla Regione
Lombardia che lo tutela come riserva faunistica alpina. Riprendendo
il cammino, il segnavia C.A.I. bianco e rosso n.71 ci indirizza al
ponte sul torrente Mortirolo. Qui si possono ancora osservare i
resti di un’antica segheria idraulica azionata appunto dalla
corrente dell’acqua. L’acciottolato della mulattiera ora sale ai
1183 m della Cascina di Fracai e dei suoi pascoli in un tempo
complessivo di mezz’ora dalla partenza. Abbiamo dinanzi un classico
ambiente rustico, dove il profumo dell’inverno si arricchisce di
odori del tempo, nel fieno riposto e negli architravi in larice del
tetto. A questo punto l’itinerario si biforca in due differenti e
ben segnalati sentieri che si ricongiungeranno in quota: uno si
alza deciso sulla destra, quindi possiamo riservarcelo per la
discesa, il secondo si inoltra in piano nel pascolo. Se ci
incamminiamo da questa parte, il tracciato scende leggermente fino
al ponte sul torrente Ogliolo di Monno per poi rimontare fra i
boschi del versante opposto puntando alla Baita di Paghera di
Sopra. Siamo a 1320 m ad 1ora e 10 minuti dalla Cascina di
Fracai. Ora i segnali ci fanno deviare a destra rimontando Dosso
Toricla attraverso abeti, larici e radure erbose dove, soprattutto
all’alba e al tramonto, è possibile intravedere veloci
sagome di cervi e caprioli. Giunti in località
Pràbel (40 minuti da Baita di Paghera), si
fiancheggiano i suoi pascoli sulla destra, guadagnando poi la
carrabile che da Edolo porta sull’altopiano di Mola. Oltre
l’asfalto si ritrova subito un sentiero piano fra i boschi che
sbuca nei pressi di Baita Fontana. Poi risale l’abetaia fino
a raggiungere Dosso Toricla, poggio panoramico affacciato su un
ampio scorcio della Val Camonica: a est svetta il gruppo dell’
Adamello con il Monte Baitone in primo piano, a sud la vista si
allunga fino alla catena delle Orobie bergamasche e alle nostre
spalle emergono fra i pascoli le cime del Mortirolo e della Val
Grande. Siamo a 1838 metri, a 3 ore e un quarto di cammino da
Monno. Ora si discende alle vaste piane erbose di Mola
sempre facilitati dalla costante segnaletica. Una volta
riattraversata la strada asfaltata più a monte rispetto a
prima, ci si abbassa nel vallone di Dorena. Qui i larici si
alternano a radure erbose molto umide, in cui il clima particolare
permette la crescita di una rara pianta carnivora, la Drosera
rotundifolia. Camminando fra gli alberi si notano due vecchi
roccoli in disuso, cioè costruzioni in legno e sasso
seminascoste nella vegetazione in cui un tempo i cacciatori si
appostavano attendendo la selvaggina. Giunti a fondovalle, il
segnavia ci immette in una larga mulattiera che si riporta in Val
Gemella sempre fra pascoli e baite ben conservate. Passate le
località di Predoncei, Andulf, Cem ci
si ritrova ancora a Fracai, in prossimità del bivio
iniziale. La discesa dal Dosso Toricla a qui comporta circa 1 ora e
1 quarto di cammino. Adesso, percorrendo a ritroso il sentiero
dell’andata, si ritorna in una mezz’ora alla cappelletta votiva di
partenza, a conclusione di una tranquilla ma sostanziosa camminata
di 5 ore complessive.
Jalmar Tuan
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