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Nei cambiamenti climatici sono coinvolte anche le popolazioni delle foreste pluviali minacciate. L’associazione internazionale “Alleanza del Clima” promuove i contatti tra le parti, la presa di coscienza e le azioni.
Alleanza del Clima è nata nel 1989, ha sede a Francoforte e
coinvolge attualmente 1.200 comuni europei. Alla base di tutto il
lavoro svolto dall’associazione sta la convinzione che tra
cambiamenti climatici ed emissioni di CO2 ci sia un diretto
collegamento e che i cambiamenti climatici possano togliere
all’umanità le condizioni necessarie per una vita dignitosa.
“Ci muoviamo su fronti diversi” dice Odelinde Albers, direttrice
europea dell’Associazione. “Da un lato creiamo contatti con le
popolazioni indigene delle foreste pluviali, dall’altra parte
promuoviamo presso i comuni europei pratiche che portano a una
diminuzione delle emissioni.” Alleanza del clima è collegata
con Agenda 21 locali, un’altra associazione internazionale nata
1992 dal vertice di Rio de Janeiro, che spinge i comuni europei a
muoversi per migliorare le condizioni ambientali e sociali.
“Uno dei pericoli più grossi per le foreste pluviali deriva
dalle conseguenze che avranno le esplorazioni attualmente in corso
da parte dell’industria del petrolio”, racconta Albers, “noi
cerchiamo di creare un dialogo tra le parti, cioè tra
l’industria del petrolio, gli stati dell’Amazzonia e la
coordinazione interregionale degli indigeni”. Più le foreste
pluviali vengono distrutte, più il clima cambia per tutti,
con delle ripercussioni ancora più pesanti per le
popolazioni indigene in quanto, oltre a incorrere in problemi
legati al clima perdono anche il loro habitat.
Alleanza per il clima prepara gli indigeni, con dei seminari
specifici, a sostenere negoziazioni e discussioni con le
multinazionali e l’industria, cerca di coinvolgerli nella
discussione sul clima e sulla biodiversità. Fornisce
assistenza e informazione nei conflitti sui diritti del suolo che
saranno all’ordine del giorno all’avvicinarsi dell’estrazione del
petrolio. Inoltre l’associazione cercherà di imporre un
monitoraggio a lavori iniziati, “perché se lasciate libere
le ditte adotteranno in Amazzonia dei comportamenti riguardo
l’ambiente che in Europa non sarebbero permessi”.
In Europa l’associazione promuove molte azioni, tutte finalizzate a
spingere i comuni verso comportamenti ecocompatibili volti a
diminuire i gas serra, lavorando su nuovi modelli di
mobilità, sugli investimenti per le varie energie verdi e
sull’architettura sostenibile. Mettere in contatto tra di loro i
comuni e i comuni con gli indigeni, trovare delle strategie che
attirano, comunicare successi o modelli interessanti, indirizzare
l’attenzione verso interessi ambientali e farsi portavoce di questi
presso le autorità politiche fanno parte del lavoro. Un
azione che va avanti da 10 anni consiste nello stimolare le scuole
verso interventi strutturali per risparmiare energia, per esempio
l’installazione di pannelli fotovoltaici o lo sfruttamento delle
possibilità che offre l’architettura passiva. Per attirare
le scuole a fare questo passo, Alleanza per il clima si accorda con
i comuni di dare metà della cifra risparmiata direttamente
alla scuola. “Ciascuno di noi fa parte del problema e anche della
soluzione,” spiega Albers.
Fanno parte di Alleanza del clima la provincia di Bolzano, Zurigo,
Barcellona, Monaco, ma soprattutto piccole città e molti
paesi, a volte di poche centinaia di abitanti.
La città di Modena, per esempio, ha ricevuto il premio
Climate Star 2002, un riconoscimento promosso da Alleanza per il
clima per premiare le migliori attività degli enti locali
per la protezione del clima.
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