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“Oggi, nel mondo, vivono 300 milioni di indigeni, distribuiti in pi
La Convezione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL)
sui Popoli Indigeni e Tribali stilata nel 1989 (Convenzione 169)
è la convenzione internazionale più importante e
completa che esista oggi sui popoli tribali, ed è
generalmente e ampiamente considerata come uno standard di
riferimento per tutte le altre convenzioni, politiche o
legislazioni che possano essere varate in materia.
La Convenzione 169 garantisce non solo i diritti delle singole
persone tribali, ma anche i loro diritti collettivi in quanto
popoli. Di particolare importanza è l’Articolo 14 che
obbliga i governi a riconoscere ai popoli tribali i diritti di
proprietà collettiva sulle terre che occupano
tradizionalmente. I governi sono obbligati a identificare tali
terre e a proteggere tali diritti. I diritti di proprietà
collettiva sono estremamente importanti perché presso molte
società tribali, il concetto di proprietà individuale
della terra è assente e completamente privo di significato.
In effetti, l’assegnazione di titoli di proprietà
individuali è stata spesso usata come strumento di divisione
e disgregazione delle comunità.
Sono inclusi e tutelati nella Convenzione 169 anche il diritto dei
popoli tribali di prendere decisioni in merito a qualunque tipo di
“sviluppo” che riguardi loro o le loro terre, e l’obbligo da parte
dei governi di consultarli relativamente a misure o iniziative che
interferiscano con loro. La Convenzione garantisce inoltre “misure
speciali” per proteggere “le istituzioni, le proprietà, il
lavoro, le culture e l’ambiente” dei popoli tribali; riconosce e
protegge i loro “valori e le loro pratiche sociali, culturali,
religiose e spirituali”, e garantisce il rispetto dei loro costumi
e delle loro leggi.
Per un paese, come l’Italia, che non ha popoli tribali all’interno
dei suoi confini, la ratifica della Convenzione 169 ha ovviamente
molte meno implicazioni di quelle che comporta per una nazione
nella quale, invece, vivono i popoli indigeni. Tuttavia, la sua
ratifica costituisce una significativa espressione di
solidarietà verso chiunque, individui o popoli, veda
conculcati i suoi diritti.
Sottoscrivendo la Convenzione, il nostro paese potrà
incoraggiare altri governi ad adeguarsi e rafforzerà il
valore della convenzione stessa come riferimento internazionale per
tutti i governi impegnati nella formulazioni di leggi nazionali
riguardanti i popoli tribali; per le società, le istituzioni
internazionali e ogni altro ente, incluse altre istituzioni delle
Nazioni Unite, chiamate a redigere politiche e normative in
materia.
Tuttavia, le azioni dei governi di paesi come l’Italia possono
anche avere, anzi, hanno, un impatto diretto sui popoli tribali,
non solo in quanto membri di istituzioni internazionali che
interagiscono con essi, come la Banca Mondiale, ma anche attraverso
progetti di cooperazione allo sviluppo o la partecipazione ai
finanziamenti e alle iniziative sostenute dall’Unione Europea.
Ratificando la convenzione 169, inoltre, il nostro paese può
offrire un modello di comportamento alle società nazionali,
in modo particolare a quelle statali o co-finanziate dallo stato,
operanti in paesi in cui vi sono popoli tribali; società che
potrebbero ricevere contributi della Banca Mondiale o dall’Unione
Europea per stipulare accordi e contratti in tali nazioni.
Fra poco più di un anno, si concluderà la Decade
Internazionale dei Popoli Indigeni (1994-2004) dichiarata dalle
Nazioni Unite proprio allo scopo di sensibilizzare l’opinione
pubblica sul tema e incoraggiare istituzioni e governi di ogni
parte del mondo a individuare, adottare e promuovere iniziative di
sostegno e solidarietà verso popoli che, per citare le
parole dell’ONU stesso, sono vittime dei “più silenziosi
olocausti dell’Umanità”.
Ratificando la Convenzione 169 in questo momento, il nostro paese
non solo compirebbe un grande quando doveroso atto di giustizia e
civiltà, ma dimostrerebbe anche di aver recepito le
raccomandazioni ONU nel modo più significativo”. …
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