
Cambiano i rapporti tra stati e continenti per l’approvvigionamento dell’energia ma non cambia il tipo di fonte: parliamo sempre di combustibili fossili.
L’Italia acquista due vecchi reattori nucleari VVER 440-213, tecnologia sovietica di progettazione ‘ante-Chernobyl’. Per 1,6 miliardi di euro.
Proprio nel ventennale dell’incidente
di Chernobyl, l’Enel ha annunciato l’acquisizione
della società slovacca Slovasnke Elektrarne. L’accordo
prevede il completamento di due vecchi reattori nucleari di
progettazione sovietica. Si tratta di due reattori ad acqua
pressurizzata del tipo VVER 440-213 da 408 MW ciascuno la cui
costruzione fu fermata definitivamente nel 1993, anno della
separazione della Cecoslovacchia, quand’erano costruiti al 50%.
Pensate che nel trattato di adesione all’Ue, il governo slovacco
si è impegnato a chiudere entro il 2008, per ragioni di
sicurezza, due reattori della stessa potenza ma di prima
generazione del tipo VVER 230, per così dire “proibiti” in
Europa, che
si trovano a Bohunice e questi due di Mochovce
dovrebbero rimpiazzarli.
I tentativi di finanziarne il completamento furono respinti
dalla Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo mentre
un reattore dello stesso tipo è stato chiuso
dopo l’unificazione della Germania a Greisfwald (ex Ddr), appena
entrato in funzione, mentre veniva bloccata la costruzione di altre
tre unità di terza generazione VVER 1000 più nuove di
quelle che Enel dovrà completare ora.
“E’ il modo peggiore di commemorare Chernobyl – ha commentato
Giuseppe Onufrio, direttore campagne Greenpeace
– il completamento dei due reattori verrà a costare
1,6 miliardi di euro per 816 MW, quasi 2000 euro per kW, cinque
volte il costo di una centrale a gas di pari potenza, persino un
costo maggiore di una centrale nucleare di nuovissima generazione.
Mentre in realtà si tratta di tecnologia sovietica di
progettazione ‘ante-Chernobyl’.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Cambiano i rapporti tra stati e continenti per l’approvvigionamento dell’energia ma non cambia il tipo di fonte: parliamo sempre di combustibili fossili.
La Russia taglia del 40 per cento l’approvvigionamento di gas verso la Germania. E questa accende le centrali a carbone per risparmiare più gas possibile.
Solo il 5 per cento dei dirigenti dell’energia è donna. Il paradosso? Nella transizione sostenibile mancano le quote rosa, maggiori nelle imprese tradizionali e in Paesi come la Russia.
In Puglia è stato pubblicato un bando per l’accesso a un fondo perduto con la formula del reddito energetico. L’ importo massimo è di 8.500 euro.
Con il RePowerEU, l’Unione europea punta ad abbandonare il gas e a spingere l’acceleratore sulle rinnovabili. Ecco cosa prevede il piano.
A Bordeaux è in funzione la centrale solare di Labarde, che garantisce l’energia elettrica necessaria per rispondere al fabbisogno di 70mila persone.
La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Qual è il ruolo delle energie rinnovabili oggi e quali sono i principali ostacoli. Intervista a Gianni Silvestrini, autore per Edizioni Ambiente.
Il corretto utilizzo degli elettrodomestici di casa limita i consumi di energia, con grandi vantaggi per l’ambiente e le bollette.