Trasformarsi, un respiro dopo l’altro

Il rebirthing ad approccio transpersonale crea armonia, benessere psicofisico e permette autentiche esperienze interiori, paragonabili agli stati avanzati dello yoga.

Lavorare sul respiro amplia le prospettive individuali, rende
positivo l’atteggiamento nei confronti delle situazioni
esistenziali, favorendo il successo nelle attività
quotidiane. È un valido strumento per liberare la persona da
condizionamenti negativi, traumi sepolti nell’inconscio e metterla
in condizione di rinnovare le proprie energie fisiche e
mentali.

Nel suo impiego terapeutico si rivela particolarmente efficace
nell’affrontare i principali disturbi psicosomatici e
neurovegetativi e nell’attivare meccanismi di autoguarigione,
addirittura risolutivi nei casi di attacchi di panico, di ansia e
depressione.

Questa tecnica di respirazione offre una vasta gamma di benefici e
nessun inconveniente (neanche l’iperventilazione), perché
quando la persona impara a respirare correttamente il suo fisico si
abitua ad una immissione di ossigeno superiore al normale. Tanto
più che come ci ricorda A. Lowen, il fondatore della
bioenergetica: “La maggior parte della gente respira poco”.

L’ossigeno fornisce all’organismo la base per esistere. Dunque, un
respiro inadeguato diminuisce la vitalità. Chi si lamenta
della propria stanchezza e, in certi casi, addirittura di una
grande spossatezza, abitualmente non collega questi due sintomi
alla respirazione. Eppure, ricorda ancora A. Lowen, persino “la
depressione e l’esaurimento sono il diretto risultato di un respiro
insufficiente”.

Giulia Barletta

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