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Spostare il trasporto merci dalla strada alla rotaia, per diminuire emissioni di CO2, inquinamento atmosferico e per rendere pi
Si tratta di togliere il trasporto pesante dalla strada per
trasferirlo su rotaia, almeno per le grandi distanze. In un paese
dove l’80% delle merci si sposta ancora su
gomma, con le conseguenze ambientali e di inquinamento
atmosferico conosciute (soprattutto in pianura padana), addottare
una soluzione del genere, significherebbe rilanciare anche
economicamente uno degli snodi logistici più importanti che
oggi si affaccia sul Mediterraneo.
È questo, sommariamente, il risultato dello studio
realizzato dal ministero
dell’Ambiente, in collaborazione con l’Autorità portuale
di Trieste e la società di logistica
Alpe Adria.
Nel lavoro vengono evidenziati i costi economici del trasporto
pesante su gomma, come incidentalità e usura delle strade,
messi in relazione a quelli ambientali, cioè ai costi a
carico della collettività e relativi ad inquinamento
acustico e atmosferico in termini di emissioni di CO2 e di NOx, e
confrontati con gli stessi risultati ottenuti se le merci fossero
trasportate attraverso il sistema ferroviario.
I numeri presentati confermano la tesi: dall’analisi dell’attuale
situazione inerente il flusso del trasporto merci, infatti, la
ripartizione strada/ferrovia è pari al 94 per cento per la
strada ed al 6 per cento per la ferrovia.
Il volume del trasporto annuo su gomma produce così costi
esterni e ambientali (definiti secondo i parametri fissati dalla
UE) di circa 5,79 miliardi di euro. Se questo volume viaggiasse in
toto via ferrovia, produrrebbe invece costi esterni per un valore
di 2,48 miliardi di euro, con un risparmio ambientale pari
al 57 per cento.
Lo studio inoltre sottolinea che se si puntasse su
rotaia e ai relativi scambi intermodali potenzialmente attivabili
anche per percorrenze superiori alla media nazionale (che si aggira
intorno ai 150 km): “l’abbattimento dei costi risulterebbe pari al
75 per cento del differenziale costi esterni strada/ferrovia per i
volumi del trasportato annuo con percorrenza media pari a 381,1 km,
ed al 35 per cento per i volumi del trasportato strada complessivo
annuo”.
Come sottolineato da Mario Castaldo, direttore divisione
Cargo Trenitalia: “Oggi la rete ferroviaria è
pronta ad accogliere questa mole di merci, così come accade
in paesi come Svizzera e Austria dove il 50 per cento e il 30 per
cento delle merci rispettivamente viaggiano su rotaia”.
Perché questo ancora non accade? Il ministro
dell’Ambiente Corrado Clini è chiaro in proposito:
“Oggi il trasporto su ferrovia non conviene ancora. Trasportare le
merci su gomma costa ancora troppo poco e ciò è
certamente dovuto anche ad una certa pressione da parte delle
aziende autotrasportatrici sul Governo, che ha impedito di avviare
una concreta trasformazione del settore”.
D’altro canto ci sono strutture logistiche come il porto di
Trieste, secondo solo a quello di Genova per merci movimentate con
49,2 milioni di tonnellate l’anno, che si dimostra pronto a rendere
più efficiente e competitiva la catena del trasporto merci
nazionale.
Dimostrando e confermando la proposta del Ministero di un percorso
sperimentale per sfruttare meglio le strutture logistiche
già presenti, come ferrovie e i cosiddetti terminal
intermodali. Alla fine, ne guadagneremmo in costi economici ed
ambientali.
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