
La Svezia ha annunciato la scoperta di un enorme giacimento di terre rare, fondamentali per la transizione verde e per le quali la Ue dipende dalla Cina.
“La sostenibilità ambientale può portare a una maggiore occupazione, riduzione della povertà e inclusione sociale”, lo ha affermato Juan Somavia, direttore generale dell’Organizzazione mondiale del lavoro.
Energia e agricoltura, edilizia e turismo, rifiuti e
trasporti. Sono alcuni dei fronti verso cui imprese e governi si
stanno muovendo per vincere la battaglia contro la recessione, per
lo sviluppo di una forma di occupazione migliore. I dati
dell’Unep e dell’Organizzazione mondiale del
lavoro (Ilo) disegnano un futuro credibile, in grado
di portare i paesi occidentali fuori dalla crisi di un modello
basato solo sul profitto e di aiutare i paesi che ancora non hanno
raggiunto livelli di vita accettabili a farlo in un modo
nuovo.
Paesi emergenti come Cina, India, Brasile e Sudafrica hanno
già avviato un processo che ha contribuito a far crescere
gli investimenti globali nelle rinnovabili del 17 per cento nel
2011, portandoli a circa 257 miliardi di dollari. Ma sono i paesi
del continente africano che hanno fatto il balzo più
significativo. In Egitto, nonostante l’instabilità politica
che ormai perdura da mesi, gli investimenti sono passati da 800
milioni di dollari a 1,3 miliardi nel giro di un anno, soprattutto
grazie a eolico geotermico, mini-idroelettrico e biocarburanti.
Stessa piacevole sorte è toccata al Kenya.
Cifre a cui corrispondo 5 milioni di posti di lavoro
già creati e a cui vanno aggiunti quelli messi sul tavolo
dagli interventi di efficienza energetica, in fase di realizzazione
soprattutto nei paesi occidentali. Tre milioni negli Stati Uniti,
300mila in Germania: “La sostenibilità ambientale non uccide
posti di lavoro, ma al contrario può portare a una maggiore
e migliore occupazione, riduzione della povertà e inclusione
sociale”, ha affermato Juan Somavia, direttore generale
dell’Ilo.
Ecco perché abbiamo voluto lasciare alla fine il dato
più bello di tutti. Investendo 30 miliardi di dollari l’anno
per bloccare la deforestazione nei paesi in via di sviluppo si
potrebbe dare lavoro a 8 milioni di persone. Non c’è niente
di più stimolante che impiegare tempo e risorse per una
causa universale e a lungo termine. Ed esserne consapevoli.
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