
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
La Commissione europea ha avanzato una proposta relativa al controllo dei mangimi animali che arrivano in Europa da Paesi terzi.
La proposta vuole rendere armonico e coerente il controllo dei
prodotti importati in ogni Stato membro, ponendo come soglia
minimale di presenza di OGM “non autorizzati” lo
0,1 per cento, il cosiddetto “zero tecnico”, ovvero la soglia sotto
cui – si dice – non si riuscirebbe a distinguere con certezza una
contaminazione “dolosa” da una accidentale.
Letta velocemente sull’Ansa la notizia sembrava dire che
l’Europa stesse andando verso una stretta sull’uso di mangimi
transgenici, un’impressione che abbiamo avuto anche a noi che un
po’ ci siamo interessati del tema in passato.
Beh, non è esattamente così. Abbiamo voluto
sottoporre la notizia a Roberto Pinton, segretario
di AssoBio, associazione nazionale delle imprese
di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici.
Ecco quanto ci ha scritto: «Il Comitato permanente Ue
sugli organismi geneticamente modificati ha approvato a maggioranza
qualificata la norma che consente la contaminazione dei mangimi
fino allo 0,1 per cento di OGM “non autorizzati”.
La differenza non è da poco: da una parte ci sono gli OGM
che l’UE ha ritenuto di autorizzare (pur non basandosi su proprie
verifiche sperimentali, ma solo sulle dichiarazioni dei titolari di
brevetti sulla sicurezza sanitaria e ambientale), dall’altra ci
sono quelli per i quali non è mai stata rilasciata
l’autorizzazione, perché i titolari dei brevetti non l’hanno
mai chiesta o, se l’hanno fatto, hanno prodotto documentazione che
i pur amichevoli organi UE hanno dovuto ritenere non
accettabile.
La proposta approvata a un anno dalla presentazione da parte
della Commissione europea, quindi, nei fatti
compie l’acrobazia di autorizzare la contaminazione con OGM… non
autorizzati!
La soglia di 0,1 per cento, spacciata come soglia di
“rilevazione”, diventa così una “soglia di tolleranza”.
La tesi che sotto lo 0,1 per cento i risultati delle analisi
possano essere contraddittori e non garantire l’individuazione
certa del materiale transgenico non autorizzato contaminante
è infatti inconsistente: le metodiche delle analisi in uso
consentono una soglia di precisione quantitativa dello 0,01 per
cento, cioè un decimo di quella ora introdotta dalla UE.
Ora, visto che sui mangimi non ci sono limiti quantitativi sugli
OGM, potrebbero già ora essere realizzati con mais e soia
al cento per cento OGM, senza che ciò comporti l’obbligo di
indicazioni nell’etichetta della carne, delle uova, del latte e dei
formaggi. Se questa proposta in discussione venisse approvata oltre
al materiale transgenico “autorizzato”, sarebbe tollerato pure
quello che questa autorizzazione non l’ha avuta».
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