Un’alleanza per riscoprirsi

La natura in alleanza con gli animali diventa lo strumento per attingere alla fonte meravigliosa che accomuna tutti gli esseri viventi

Manifestazioni di vita di un unico pianeta, uomo e animale
sperimentano da sempre un’alleanza comune nel quale la
comunicazione fluisce, spesso sotterranea e silenziosa, attraverso
invisibili canali che non richiedono codici interpretativi,
né sintattiche elaborazioni. Un terreno di comune dominio,
antico quanto il mondo ma sempre pulsante e vitale, del quale
troppo spesso l’uomo è apparso dimentico e paga ogni giorno
di più la sua alienazione da esso.

Da quando l’essere umano ha coltivato la supremazia della
razionalità, da quando ha creduto di poter decidere e agire
sul mondo che lo circonda, imponendo se stesso e le sue
convinzioni, si è determinata una voragine sempre più
ampia fra la natura intorno a sé e la natura all’interno di
sé. Per questo ora si assiste ad una sempre maggiore
richiesta di avvicinamento e di recupero di tutto quell’immenso
patrimonio dell’essere che vede nell’istintività lo
strumento privilegiato, lo stesso che l’uomo possiede in comune con
l’animale, per ricontattare se stesso e la sua parte più
profonda.

Libertà, spontaneità e immediatezza nel contatto
fisico, socievolezza priva di giudizio, sensibilità e
facilità di percezione del linguaggio corporeo sono solo
alcune delle caratteristiche con le quali si manifesta il rapporto
istintuale e l’interscambio comunicativo con l’animale: favorendo
la stimolazione sensoriale, inducendo ad una riscoperta del proprio
corpo come del proprio confine psicologico, predisponendo insomma
le basi indispensabili alla formazione di un’identità come
della consapevolezza concreta del proprio esistere.

Strumento, dunque, per ricontattare se stessi e le proprie
emozioni, il contatto con l’animale, fisico e diretto, aiuta nello
sviluppo dei processi cognitivi e sensoriali, diviene mediatore di
contatti sociali così spesso gestiti e impediti dalla paura,
frutto quasi sempre della non conoscenza di sé, di una
mancata esperienza della propria sicurezza ed integrità
interiore. Ecco dunque che l’animale da carezzare, vezzeggiare o
coccolare, si fa occasione per riscoprire quella fonte di vita,
quell’unica fonte di vita che ognuno può riconoscere nel
profondo del proprio essere e di ogni essere e dal cui contatto,
positivo e rassicurante, scaturisce la fiducia e il sostegno che
nutrono la volontà e la capacità di intessere
rapporti nuovi, verso realtà “altre” rispetto alla
propria.

Loredana
Filippi

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