
Coste rocciose a picco sul mare, calette impervie ma incontaminate, grotte da esplorare: l’Arcipelago delle Tremiti è un gioiello da non abbandonare.
Per preservare la tradizione spirituale e culturale tibetana minacciata dall’invasione cinese, nasce un progetto di solidarietà
Un tempo, nel Tibet, la millenaria cultura e la ricchezza della sua
tradizione spirituale, venivano tramandate, nei monasteri e nelle
università monastiche dove i monaci si impegnavano in studi
molto profondi seguiti da maestri altamente qualificati. Questa
condizione creava una grande armonia e pace tra tutti gli abitanti.
Con l’invasione cinese del 1959 tutto questo è andato
perduto; sono stati distrutti più di 1000 monasteri, molti
Maestri sono stati uccisi o imprigionati, e Sua Santità il
Dalai Lama con 100.000 tibetani sono dovuti scappare in India, dove
risiedono attualmente.
Sua Santità il Dalai Lama in seguito è riuscito a
ricreare le quattro più importanti università
monastiche nel sud dell’India. Tra gli anni sessanta e settanta
ognuno di questi monasteri ospitava circa 400 monaci, In seguito
all’invasione cinese l’impossibilità di studiare
approfonditamente gli argomenti della tradizione spirituale e di
preservare la propria cultura spinse migliaia di giovani tibetani a
scappare nel sud dell’India dove, attualmente il numero dei monaci
per ogni monastero si è elevato a 5.000.
Il considerevole aumento dei monaci si è riversato
inevitabilmente sulla già precaria condizione esistente
generando una situazione così difficile da non poter
garantire le basilari necessità: alloggi insufficienti,
carenza alimentare, mancanza di vestiti e di libri di testo.
Inoltre le scarse condizioni igienico-sanitarie facilitano la
diffusione delle malattie infettive, prima fra tutte la
tubercolosi.
Al fine di garantire la sopravvivenza di questa cultura e
tradizione spirituale Il Centro Studi Tibetani Rabten Ghe Pel Ling
di Milano ha promosso l’operazione “Un amico sul Tetto del Mondo”,
un progetto di adozione a distanza dei monaci residenti nei
monasteri in India ed in Tibet. Il Centro, sotto la guida
spirituale del Ven. Lama Thamthog Rimpoce, si occupa di mantenere i
contatti direttamente con i monaci adottati e di far pervenire la
quota annua di $250 per il sostentamento al monastero dove sono
ospitati. Questa quota serve a coprire tutti i fabbisogni del
monaco (cibo, abiti, libri, eccetera), permettendogli così
di dedicare le proprie energie allo studio ed alla pratica del
Dharma.
A ogni “sponsor” viene fornita la documentazione del monaco
adottato, permettendogli di instaurare un rapporto diretto con il
monaco, e sarà rilasciata la ricevuta della sponsorizzazione
effettuata.
Inoltre da quest’anno l’iniziativa delle adozioni a distanza si
è allargata anche a bambini, in maggioranza orfani, ospiti
nei diversi ostelli presenti nei campi profughi in India.
Info: Centro Studi Tibetani Rabten Ghe Pel Ling – Via
Euclide 17, Milano. Tel 02.2576015- www.gpling.it
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