Un delicato passaggio

Ancora pochi decenni or sono fra le donne non c’era praticamente nessuna trasmissione di sapere sulla menopausa, parlarne era un tabù.

Questo periodo della vita, che identifichiamo con il climaterio,
ha un grande spessore psicologico anche perché oggi si
configura come un periodo lungo rispetto alla vita della donna
durante il quale non avvengono solo modificazioni fisiologiche
dovute al cambiamento dell’equilibrio ormonale ma precisi
cambiamenti e sconvolgimenti interiori.

La menopausa in sé non è causa di depressione, ma
certamente può rappresentare un momento di crisi
esistenziale
che va individuato tempestivamente e la
cui manifestazione esteriore può esplicitarsi anche in
sintomi fastidiosi come l’insonnia,
l’ansia, la facilità al pianto, la perdita di interesse per
nuovi progetti.
Questi sintomi non devono spaventare, alcuni di essi sono legati
allo squilibrio ormonale, altri invece dipendono dall’idea che la
donna ha di sé nel momento in cui si percepisce in
climaterio; molte donne oggi sanno che possono affrontare i sintomi
fisici con rimedi farmaceutici appropriati che devono essere
comunque individuati con accurate visite effettuate da
specialisti.

Tuttavia, ci si dimentica con troppa facilità l’importanza
di poter dedicare a se stesse il giusto spazio per
l’anima
, per dar voce alla crisi, per fare quel
bilancio e quell’analisi retrospettiva così necessaria per
sentirsi poi pronte ad affrontare il futuro. Un aspetto
interessante è che quando si dà l’opportunità
alla donna di condividere le ansie e le paure che riguardano la
menopausa in un contesto di gruppo, le partecipanti attraverso la
condivisione sentono di non essere le sole a provare certe
sensazioni, a formulare certi pensieri, a essere preoccupate per
certe questioni e sintomi che le riguardano e riescono così
ad affrontare con maggior serenità la transizione, spesso
anche a lanciarsi
in progetti
che erano stati accantonati.

Si comprende così come la strategia vincente non è
solo quella di cercare il rimedio fuori di sé attraverso
interventi
esterni
ma, come ogni persona sia dotata
potenzialmente delle risorse per far fronte ai momenti di
difficoltà, si tratta di saperle attivare e di ricordare che
siamo inscritti in una dimensione collettiva non solo
individuale.

Flavia Facco
psicologa, psicoterapeuta

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