
Il 1° ottobre è la Giornata mondiale dedicata al caffè. Startup italiane ed estere cercano di ridurre l’impatto ambientale di una bevanda tanto amata.
Icei, Fondazione Cariplo e Unione Europea hanno ideato un progetto per sostenere le popolazioni indigene dell’Amazzonia a rischio in seguito alla distruzione dell’ecosistema in cui vivono.
Preservare le comunità indigene dell’Amazzonia attraverso
l’ecosostenibilità. Questo l’obiettivo del progetto di durata
triennale “Canacari“,
promosso da Icei (Istituto Cooperazione
Economica Internazionale) e finanziato dall’Unione Europea e
Fondazione Cariplo a favore delle popolazioni
indigene del Medio Rìo Amazonas (Brasile).
Nel Municipio di Silves, che si trova sul margine sinistro del Rio
delle Amazzoni, in una zona considerata ad alto rischio
etnico-ambientale a seguito della distruzione della foresta
amazzonica, verrà dunque promosso lo sviluppo di un’economia
locale ecosostenibile. Le difficoltà per le popolazioni locali
derivano infatti non solo dalla devastazione delle risorse naturali
della zona, ma anche dallo scarso interesse verso il futuro delle
giovani generazioni indigene da parte delle istituzioni locali e
dai forti interessi economici che gravitano intorno al territorio
abitato dagli stessi indigeni.
Quali le soluzioni possibili di fronte a questo dramma? “Canacari”
tenta di rispondere a questa complicata domanda attraverso tre
semplice parole come ecoturismo, tutela del territorio e
attività produttive in sintonia con l’ambiente, che non
rimarranno tali, bensì costituiranno la colonna portante del
progetto: 600 persone verranno infatti aiutate a intraprendere un
modello partecipativo di sviluppo ecosostenibile. In particolare la
riforestazione di aree degradate verrà accompagnata dalla
creazione di un’unità di monitoraggio dei laghi e delle
foreste, dalla formazione di “agenti ambientali volontari” e dalla
promozione di campagne di educazione ambientale.
Altri interventi di formazione riguardano l’insegnamento di
tecniche di produzione agroforestale e di pesca selettiva, oltre
all’organizzazione di corsi per la creazione e la gestione di
microimprese specializzate nella produzione di miele, oli
aromatici, cosmetici e farmaci naturali (destinati anche al
commercio equo e solidale) e l’apertura di piccoli centri di
stoccaggio e trasformazione di frutta, cacao, sementi e prodotti
della pesca.
Per quanto concerne il turismo comunitario verranno valorizzate le
potenzialità della regione, con relativa promozione
dell’immagine e attivazione di percorsi turistici ad hoc. Verranno
inoltre potenziate le strutture di accoglienza e, in questo senso,
verranno attivati corsi per la gestione dei servizi turistici e di
lingue straniere.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il 1° ottobre è la Giornata mondiale dedicata al caffè. Startup italiane ed estere cercano di ridurre l’impatto ambientale di una bevanda tanto amata.
Individuare i nidi di tartarughe marine è importante per metterli in sicurezza fino alla schiusa delle uova. Un aiuto arriva dai cani addestrati.
Il 30 ottobre tre giovani attiviste partiranno per l’America centrale con il progetto Diritto a REsistere, per raccontare le storie di lotta dei nativi contro le ingiustizie ambientali. E ispirare tutti noi.
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
Un gruppo di ong europee ha depositato una denuncia penale contro il colosso Bayer, accusato di aver nascosto studi scomodi sul glifosato.
Uno studio ha permesso di rintracciare microplastiche nella quasi totalità dei campioni prelevati nei tre laghi.
Secondo il Wwf, incrementare le aree verdi urbani nelle città europee salverebbe 43mila vite l’anno. Ma avanza la cementificazione selvaggia.
La società LEGO ha spiegato che anni di studi e sperimentazioni non hanno portato a trovare materiali più sostenibili adeguati. Ma la ricerca continua.
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.