Un modello ecosostenibile per l’Amazzonia

Icei, Fondazione Cariplo e Unione Europea hanno ideato un progetto per sostenere le popolazioni indigene dell’Amazzonia a rischio in seguito alla distruzione dell’ecosistema in cui vivono.

Preservare le comunità indigene dell’Amazzonia attraverso
l’ecosostenibilità. Questo l’obiettivo del progetto di durata
triennale “Canacari“,
promosso da Icei (Istituto Cooperazione
Economica Internazionale) e finanziato dall’Unione Europea e

Fondazione Cariplo
a favore delle popolazioni
indigene del Medio Rìo Amazonas (Brasile).

Nel Municipio di Silves, che si trova sul margine sinistro del Rio
delle Amazzoni, in una zona considerata ad alto rischio
etnico-ambientale a seguito della distruzione della foresta
amazzonica, verrà dunque promosso lo sviluppo di un’economia
locale ecosostenibile. Le difficoltà per le popolazioni locali
derivano infatti non solo dalla devastazione delle risorse naturali
della zona, ma anche dallo scarso interesse verso il futuro delle
giovani generazioni indigene da parte delle istituzioni locali e
dai forti interessi economici che gravitano intorno al territorio
abitato dagli stessi indigeni.

Quali le soluzioni possibili di fronte a questo dramma? “Canacari”
tenta di rispondere a questa complicata domanda attraverso tre
semplice parole come ecoturismo, tutela del territorio e
attività produttive in sintonia con l’ambiente, che non
rimarranno tali, bensì costituiranno la colonna portante del
progetto: 600 persone verranno infatti aiutate a intraprendere un
modello partecipativo di sviluppo ecosostenibile. In particolare la
riforestazione di aree degradate verrà accompagnata dalla
creazione di un’unità di monitoraggio dei laghi e delle
foreste, dalla formazione di “agenti ambientali volontari” e dalla
promozione di campagne di educazione ambientale.

Altri interventi di formazione riguardano l’insegnamento di
tecniche di produzione agroforestale e di pesca selettiva, oltre
all’organizzazione di corsi per la creazione e la gestione di
microimprese specializzate nella produzione di miele, oli
aromatici, cosmetici e farmaci naturali (destinati anche al
commercio equo e solidale) e l’apertura di piccoli centri di
stoccaggio e trasformazione di frutta, cacao, sementi e prodotti
della pesca.

Per quanto concerne il turismo comunitario verranno valorizzate le
potenzialità della regione, con relativa promozione
dell’immagine e attivazione di percorsi turistici ad hoc. Verranno
inoltre potenziate le strutture di accoglienza e, in questo senso,
verranno attivati corsi per la gestione dei servizi turistici e di
lingue straniere.

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