Un mondo in riserva

Muzzio, 2006

E’ appena uscita l’analisi di Michael T. Klare, docente di Studi
sulla pace e la Sicurezza all’Hampshire College nel Massachussets,
secondo cui ”l’esercito Usa si sta trasformando in un gigantesco
servizio di ‘protezione petrolifera’ globale”.

Cosa smuove la politica del gigante americano, cosa ha
consentito profitti record del 2005 di tutte le grandi sorelle
petrolifere mondiali, ma, soprattutto, cosa ha fatto impennare i
prezzi del petrolio e della benzina?

Il petrolio, oro nero, combustibile fossile, inquinante, causa
di conflitti, di speculazioni miliardarie, di fame e di ricchezza,
energia liquida e sporca…

Colpa dei petrolieri?

Della guerra?

Dei paesi produttori, dell’Opec?

O è la prima avvisaglia che le riserve si stanno
esaurendo? Intorno a questi temi si sviluppa il saggio di
GiovanBattista Zorzoli, esperto di problemi energetici, ambientali
e di innovazione tecnologica, docente al Master Management
dell’energia e dell’ambiente presso l’Università La Sapienza
di Roma e autore di centinaia di articoli e saggi e molti libri sui
temi dell’energia e dell’ambiente, e di Guglielmo Ragozzino,
già direttore delle riviste “Fabbrica e Stato” e “Politica
ed economia”, attualmente editorialista de “Il Manifesto”, curatore
dell’edizione italiana di “Le Monde Diplomatique”.

Nuovi scenari dell’energia, la corsa dei prezzi, l’esplosione
della domanda, le tensioni geopolitiche, i timori per l’esaurirsi
dei giacimenti… Stiamo andando verso la fine delle riserve? “Il
picco del petrolio sta diventando un incubo ricorrente ma –
spiegano Ragozzino e Zorzoli – è difficile sapere se le
riserve si stanno esaurendo, visto che nessuno è in grado di
valutarne l’effettiva entità: ci sono indizi che l’era del
petrolio a buon mercato è finita, ma a di più'”.

Nessuna risposta dogmatica. Solo approfondite analisi. Nessun
vaticinio, solo questa, di certezza… l’era della pietra non
è finita perché sono finite le pietre.

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