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Una chiacchierata… Storica

Dal grande crack delle banche nel XIII secolo al viaggio di Magellano, dalla grotta di Romolo e Remo alla leggenda di Merlino, dal tesoro di Tutankhamon alla Roma di Ottaviano Augusto.

La rivista è nelle edicole da pochissimi giorni col suo
primo numero, quello di marzo. Abbiamo fatto una lunga
chiacchierata con Giorgio Rivieccio, il suo direttore, per farci
raccontare qualcosa di più su Storica, ma anche sul senso
che hanno per noi oggi la storia e lo studio del passato.

Lei è stato direttore di una rivista che spesso
si occupava di nuove tecnologie e di futuro; ora lo è di una
che si occuopa di storia, di passato, di antichità. Quale
continutà c’è?

La continuità c’è ed è più forte di
quanto si possa immaginare: innanzitutto perché anche sul
mio precedente giornale, Newton, davamo ampio spazio
all’archeologia, alla storia e alle nuove scoperte, e poi
perché il passato non è immodificabile e
cristallizzato. Il passato cambia, anche se noi non ce ne
accorgiamo, perché si fanno continuamente nuovi studi, si
rivalutano personaggi,si scoprono eventi che prima non si
conoscevano. E’ qualcosa di strettamente legato al presente, ci
insegna molte cose per interpretare il mondo di oggi.

Un esempio?

In questo primo numero c’è un servizio sul crac delle
banche del 1200, che ha sorprendenti analogie con la situazione
attuale. Anche allora le banche concessero prestiti un po’ troppo
alla leggera, soprattutto a regnanti, che a causa delle guerre in
atto, finirono per non onorare i debiti, creando così una
mancanza di liquidità, e a cascata il fallimento delle
banche. Esattamente come avviene oggi.

Storica, però, racconta anche miti e leggende.
Quello di Merlino, ad esempio, e della spada nella roccia che si
troverebbe in Toscana, a San Galgano…

Sì, in effetti questa leggenda ha avuto connotati non
solo strettamente britannici. Innanzi tutto sembra che Merlino sia
realmente esistito, che sia stato un veggente, un personaggio
importante ma di molti secoli prima. Alla fine del medioevo la
leggenda di Merlino e Artù è stata poi ripresa, con
tutto quello che ne consegue, compresa la spada nella roccia. Che
ritroviamo appunto nel senese, nell’abbazia di San Galgano, dove si
può vedere ancora oggi una spada conficcata nella
roccia.

La scelta editoriale di Storica è quella di non
parlare della storia più recente.
Perché?

L’editore ha deciso di non parlare di storia contemporanea e di
non raccontare eventi troppo vicino a noi perché in questo
caso il confine tra storia, politica e vicissitudini di cui ancora
portiamo le tracce è troppo labile. Si sarebbe rischiato di
parlare di argomenti ancora troppo vivi nella memoria per poter
essere visti con il necessario distacco.

In sintesi, a chi è rivolta la
rivista?

A tutti gli appassionati di storia, non necessariamente
studiosi, anzi. Storica è rivolta a chi finora non ha avuto
uno strumento cartaceo per poter rivedere e rivivere i grandi
eventi del passato, con una forte componente visiva, com’è
tipico del National Geographic, con un linguaggio semplice e
piano.
La qualità delle immagini, le ricostruzioni in 3D, le mappe
fatte con estremo rigore che ci riportano edifici, ambienti e
città come dovevano essere millenni fa distinguono storica
dalle altre riviste del settore.
Una rivista per appassionati, curiosi, per chi vuole rivivere gli
eventi della storia con un taglio molto moderno e attuale.

La scelta editoriale di Storica è quella di non
parlare della storia più recente.
Perché?

L’editore ha deciso di non parlare di storia contemporanea e di
raccontare eventi troppo vicino a noi perché in questo caso
il confine tra storia, politica e vicissitudini di cui ancora
portiamo le tracce è troppo labile. Si sarebbe rischiato di
parlare di argomenti ancora troppo vivi nella memoria per poter
essere visti con il necessario distacco.

Anticipazioni sul numero di Aprile?

Posso dirle che faremo una visita guidata al Partenone come
doveva essere 2.500 anni fa, quando è stato costruito. Per
il resto non posso dare anticipazioni.

Non resta che aspettare il prossimo numero.

Chiara Boracchi

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