Una giornata da ibrida

Una giornata da ibrida? In una giornata tipo del guidatore di una Toyota ibrida si svolge un’entusiasmante, coinvolgente ed efficace sequenza di scelte intelligenti e consapevoli.

Una giornata da ibrida :

 

7:30

Sveglia. La sveglia dello smartphone ricorda dolcemente che
è arrivata l’ora di alzarsi, e la luce del mattino lo
conferma. Abolite le svegliette con le pile usa e getta (piccole
bombe ecologiche, per produrle si consuma 200 volte l’energia che
contengono, l’80% finisce nella spazzatura normale contaminandola e
comunque non sono riciclabili in alcun modo). Peccato, è
bello rigirarsi tra i morbidi cuscini di lattice e queste nuove
lenzuola di fibra ricavata dal legno: morbide come la seta,
resistenti come il poliestere, fresche come il lino, assorbente
come il cotone. Una fibra rivoluzionaria, tecnologica ed ecologica,
che assorbe l’umidità in eccesso in modo del tutto naturale,
restituendola rapidamente.

 

7:45

Colazione. Dolce o, perché no, salata, a seconda dei
gusti, la colazione dovrebbe apportare il 15-20% delle calorie
giornaliere. E’ molto importante una prima colazione nutriente a
base di cereali, frutta fresca (perfetti i coloratissimi
centrifugati), muesli, yogurt, latte, miele che danno energia,
vitamine e preziosi micronutrienti. Niente pane bianco né
zucchero bianco, perché dopo il picco glicemico lasciano una
sensazione di spossatezza. Indesiderabile, per chi ha bisogno
sempre di energia e accelerazione.

 

8:20

Uscita di casa. No problem per tv e stereo in stand-by, sono
collegati a una ciabatta con disgiuntore che quando si accorge che
gli apparecchi sono spenti stacca la corrente per ridarla poi
appena si tocca il telecomando. Un’accortezza che arriva a far
risparmiare 80 euro all’anno in bolletta. Ventiquattrore e
cartellette lanciate sul sedile del passeggero, bimbi in auto sui
seggiolini nel sedile posteriore.

 

8:25

Arrivo a scuola. I bimbi vanno fatti scendere, ma c’è
un po’ di traffico come al solito davanti ai cancelli. Danno un po’
di fastidio tutte quelle auto in doppia fila col motore acceso, ma
la nostra ci tira fuori d’impaccio perché davanti a scuola,
così come al semaforo… si spegne da sola.

 

9:00

Arrivo al lavoro. Computer acceso e mente ben sveglia. Anche
in ufficio si possono attuare una serie di piccoli gesti improntati
a risparmio ed efficienza. I fogli di carta sbagliati dalla
fotocopiatrice o dimenticati accanto alle stampanti diventano
ottimi blocchi da appunti. Niente post-it, meglio i ritagli di
vecchi appunti riciclati e fissati con una graffetta. Così
tra l’altro è anche saltato fuori quel numero di telefono
annotato sbrigativamente che non si trovava più!

 

9:30

Squilla il telefono. E’ un ‘eco chirp’, suoneria a risparmio
energetico sviluppata da un colosso coreano anni fa: una gamma di
suonerie che promettevano di risparmiare un po’ d’energia. Magari
proprio un piccolissimo delta che però chissà,
moltiplicato per i milioni di telefonate che si ricevono…

 

11:00

Pausa caffè. Si sfodera la propria stilosissima tazzina
di vetro (proprio a forma di bicchierino di plastica) così,
alla macchinetta, si può scegliere il tasto “senza
bicchiere”. In una piccola azienda, significa un risparmio di 180
kg di plastica all’anno.

 

13:00

Pausa pranzo. Computer spento così da non farlo andare
in stand-by o nell’ancora più energivora modalità
‘salvaschermo’. Tramezzino integrale e frutta fresca, che riducono
al minimo la necessità di imballaggi (quale miglior
packaging, per una polpa di zuccheri buoni e vitamine, che la
buccia di un frutto?). Qualche volta ci può essere bisogno
di piatti e posate usa e getta, ma ormai quelle di Pla si trovano
dappertutto. C’è un parchetto vicino, ed è una meta
prediletta. Non è una perdita di tempo. Tre recenti studi
scientifici hanno certificato che anche solo una passeggiata nel
verde apporta bvenefici fisiologici tali da reintegrare la
capacità di attenzione, ridurre stress e fatica, aumentare
l’efficienza al lavoro e perfino l’intesa sotto il tetto coniugale.
Utile, per dopo.

 

14:10

Rientro al lavoro. Nessuna sonnolenza postprandiale, al
contrario dei colleghi che si sono abboffati. C’è da
smaltire una pila di corrispondenza, per fortuna ormai quasi tutto
si fa in digitale. Un’email emette un cinquantesimo della CO2 di
una lettera di carta. Un sms ancora meglio, addirittura un
sessantamilionesimo.

 

17:30

Rapida spesa. E come cercare di rispettare l’ambiente e noi
stessi meglio che attraverso l’acquisto di prodotti alimentari da
agricoltura biologica (dalla frutta ai piatti forti per la nostra
griglia, dalla verdura al vino), i quali escludono l’impiego di
concimi chimici, fitofarmaci e organismi geneticamente modificati,
oppure con prodotti che provengono dal commercio equo-solidale
(cioè prodotti dalle popolazioni del Sud del Mondo cui viene
riconosciuto un “giusto” prezzo per il loro sviluppo) come il
caffè, il cacao per la torta ed il riso? Un ettaro di campo
coltivato a bio assorbe 1,5 tonnellate di CO2 all’anno.

 

20:00

Cena fuori. La scelta cade su un ristorantino che offre
menù con ingredienti bio. Piccolo, un po’ fuori mano
rispetto alle rotte abituali, ma vicino poi al cinema dove forse ci
vedremo un film. Vai di navigatore. Chi usa senza remore un sistema
di navigazione satellitare in auto, grazie al fatto che sbaglia
più raramente strada e i percorsi sono più diretti,
arriva a risparmiare 1.200 km in un anno, circa 260 euro di
benzina, col 24% di emissioni di CO2 in meno.

 

24:30

A letto. Ci aspetta il morbidissimo e accogliente materasso di
lattice, che abbraccia il corpo come un abbraccio e lo sostiene
elasticamente. Un ottimo investimento, i materassi a molle sono
scomodi e difficilissimi da smaltire, questo è comodissimo,
confortevole, ecologico.

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