Uomini, animali, ambiente Cinquant’anni di ricerche di campagna e difesa della natura.

Alberto Silvestri Carab

Il libro illustra il risultato di mezzo secolo di osservazioni
naturalistiche e di ricerche di campagna, condotte contestualmente
ad una presenza ultratrentennale nella Pro Natura, l’associazione
erede diretta del primo Movimento Italiano per la Protezione della
Natura. Silvestri sostiene alcune cose semplici ma di fondamentale
importanza:si sta perdendo, anche in campo ambientalista,
l’abitudine all’osservazione diretta della natura. Ecco allora il
richiamo a Pietro Zangheri e a Charles Darwin, diventati grandi
grazie alla capacità di osservare a lungo l’ambiente. Ed
ecco allora l’autore fare alcune scoperte: verificare, osservando
gli animali e l’ambiente nell’arco di cinquant’anni, che
nell’Appennino, a seguito del fenomeno della rioccupazione dei
suoli da parte della vegetazione spontanea, si è ristabilito
un nuovo equilibrio.
E così ci viene raccontata, in maniera didattico-scientifica
ma talvolta con venature poetiche, la grande lezione del piccolo
usignolo di fiume:questo uccelletto, eccezionale indicatore
ambientale, permette infatti a Silvestri di spiegare i mutamenti
ambientali nei suoli abbandonati dall’uomo a partire dagli anni
Cinquanta.Secondo l’autore, l’uomo quando era presente nel
territorio incideva negativamente sulla vegetazione: doveva vivere,
allevare bestiame, coltivare, scaldarsi. Poi se n’è andato
in massa ed i terreni sono rimasti incolti.
Il libro contiene altre perle: come l’episodio, inquietante e
farsesco al tempo stesso, del tentativo di mimetismo operato dalla
lobby della caccia quando, nel 1967, Pro Natura acquisisce per
legge il diritto di avere un proprio rappresentante nelle
Commissioni provinciali per la caccia. Cosa fanno, allora, i
cacciatori? Cercano di creare delle Pro Natura, da loro pilotate,
in tutta Italia.

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