
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Il Dipartimento USA dell’Agricoltura, USDA, ha ammesso che le regole per la sicurezza sulle piante sperimentali biotech sono state infrante, dal ’90 a oggi, in 115 casi. Almeno.
Gli Stati Uniti sono il Paese dove le biotecnologie sperimentali
sono nate e sono state applicate estensivamente alle piantagioni,
dalla metà degli anni ’90. Nel ’96 sbarcò in Italia
(bloccato dagli attivisti di Greenpeace) il primo cargo USA carico
di soia transgenica.
Oggi, il Dipartimento USA dell’Agricoltura dichiara che sono 115 i
casi di violazioni alle norme di sicurezza nei campi sperimentali
in suolo americano. Il settore agricolo e l’industria alimentare
USA potrebbero subire ricadute negative da questa ammissione, e
perciò il rapporto ha destato parecchie preoccupazioni.
Sono implicati nei casi di violazione compagnie biotech e istituti
di ricerca privati e pubblici, e università. Le infrazioni
riguardano le colture di mais, soia, grano e altre piante
geneticamente modificate che non erano ancora testate per la
commercializzazione!
Gruppi ambientalisti hanno ripetutamente tentato, negli anni, di
ottenere queste registrazioni; che ora sono state pubblicate, per
la prima volta.
Le 115 infrazioni contano circa per il 2% dei 7400 test autorizzati
dal 1990, secondo l’USDA. Molte riguardano il non sufficiente
isolamento dai raccolti non-OGM.
Comunque, saranno impartite multe che variano dai 500 ai 250mila
dollari. Monsanto è implicata in quattro dei casi più
gravi. Ma i gruppi ambientalisti temono che molte altre
irregolarità siano state compiute, senza essere rilevate dai
rapporti.
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