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Attraverso la conservazione del patrimonio boschivo e forestale del nostro pianeta si potrebbe contribuire a ridurre il problema della sottoalimentazione.
Secondo alcune stime della Fao e di numerose autorevoli
organizzazioni mondiali nel 2010 la popolazione della Terra
raggiungerà i 7 miliardi di persone, circa il doppio di
quella di 40 anni fa. Se si affermerà l’attuale tendenza,
quasi una persona su dieci, soffrirà ancora di
sottoalimentazione cronica.
La deforestazione è una delle cause più importanti
della perdita di regimi alimentari nonchè di specie vegetali
e animali nei prossimi 50 anni. E’ stato stimato che il
disboscamento delle foreste pluviali tropicali provoca la perdita
di 100 specie al giorno! Sono proprio le foreste, le più
importanti banche del gene viventi sulla Terra, che svolgono un
ruolo vitale nel mantenere la base ecologica per la sicurezza
alimentare, in quanto danno un contributo diretto ai regimi
alimentari dei loro abitanti (ma anche a quelli di chi vive lontano
da esse), offrendo un’ampia varietà di prodotti
commestibili, di vitamine essenziali, sali minerali, zuccheri,
nonchè grassi e proteine.
Quando si parla di alberi e foreste, lo si fa spesso ponendo in
risalto il loro contributo nel mantenimento dell’equilibrio
ecologico nonchè l’aiuto a controllare l’erosione eolica e
idrica. Ma oltre a queste e ad altre indiscutibili ragioni,
è opportuno ricordare che sono proprio le foreste che
garantiscono a molte società rurali e tradizionali
un’assicurazione vitale contro la malnutrizione. Perciò, la
reale integrazione del patrimonio forestale e boschivo nei progetti
agricoli, economici e di sviluppo di ogni singola realtà
locale, migliorerebbe enormemente la sicurezza alimentare per le
attuali generazioni e per quelle future.
Va poi sottolineato che nel campo della farmacopea, i prodotti
naturali rappresentano l’unica forma di medicina per circa l’80%
delle popolazioni dei cosiddetti paesi in via di sviluppo
(nell’Africa tropicale la corteccia del Khaya senegalensis viene
usata per disturbi intestinali, mentre da una particolare
varietà di igname coltivato in Messico si estrae una
sostanza che è alla base di tutti i contraccettivi orali; la
corteccia del tasso occidentale contiene il taxol, un agente
anticancerogeno; l’ India ha più di 2000 piante medicinali
conosciute, la Malaysia circa 1000 e il Brasile almeno 3000), che
gli elementi attivi del 30% dei farmaci provengono dalle piante
medicinali e che, quasi tutte le medicine definite alternative si
basano sugli estratti delle piante.
Inoltre, in tutto il mondo due miliardi di persone dipendono dal
fuoco per cuocere il cibo e per riscaldarsi. I sistemi energetici a
base di legna, se gestiti correttamente, sono non solo versatili e
sostenibili, ma anche efficaci per produrre reddito e lavoro. Da
sempre, nelle culture antiche e tradizionali, gli alberi e le
foreste rappresentano il sacro dono di una volontà divina e
ad essi sono associati valori e simboli che si ritrovano in tutte
le religioni dei popoli della terra. Per questo e per tanti altri
motivi che ancora oggi nelle società rurali e arcaiche le
foreste sono apprezzate e protette per la loro natura
rigeneratrice, la salute, l’armonia e la longevità che
rappresentano.
La nuova rivoluzione verde richiederà quindi un approccio
diverso, rispetto al passato, costruito su basi ecologiche, che
tenga conto del danno che la spietata produzione alimentare dell’
occidente provoca all’ambiente, introducendo non soltanto nuovi
metodi e strategie, ma prima ancora il rispetto della natura
stessa, la capacità di recuperare e utilizzare
efficientemente le sue risorse che, come occorre ricordare, non
sono affatto illimitate.
Maurizio Torretti
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