Vivere la gravidanza

Dirigere la mente e la consapevolezza verso il corpo imparando a guidarlo, fornisce la “giusta forma” per affrontare al meglio la gravidanza e il parto.

Yoga significa “congiungere”, riunire ciò che è stato
diviso, separato da se stesso e dalla sua vera essenza. Con una
terminologia moderna, potremmo tradurre questo antico termine di
origine sanscrita in “ricostruzione dell’òlos”, il tutto,
nell’esperienza di una completezza – o, meglio, nell’occasione di
viverla – cui la gravidanza già di per sé
conduce.

Quale occasione è per una donna più propizia per
rintracciare e ricontattare quelle parti di sé e quelle
esigenze troppo spesso disattese nella corsa della vita di tutti i
giorni? La gestazione è veramente un momento unico che
permette di sintonizzarsi con i propri bisogni – e molte volte
“costringe” letteralmente a questo – risvegliando la
capacità di autoascolto e di riconoscimento di questi
ultimi; obbligando al rallentamento, introduce gradualmente ad una
dimensione più intima, fatta di un contatto molto stretto
con la proprio fisicità e le sue repentine
trasformazioni.

Educando a questa dimensione dell’ascolto e del rapporto col
proprio corpo, lo yoga insegna la non forzatura, il rispetto del
proprio limite, l’arrendevolezza (non passiva ma attiva e
consapevole) dinanzi a cui non ha senso opporsi ma con cui invece
è opportuno collaborare; e questo è davvero un grande
insegnamento di vita. Ma “raccontare” o “capire” con la mente
è diverso che non apprendere direttamente col corpo fisico:
arrendersi alla gravità, per fare un esempio, è uno
dei primi insegnamenti che la gravidanza ed il parto inducono ad
apprendere; esercizi molto semplici, di posture o respirazioni, che
lo yoga propone portano a sentire e realizzare questo
“fisicamente”. E ciò che viene appreso col corpo, viene
assimilato in maniera più autentica ed efficace e
sicuramente duratura.

La maggior parte di noi ha inoltre dimenticato le cose più
semplici che, in questo particolare momento della vita, possono
diventare strette alleate: ha disimparato come si fa ad
accovacciarsi, a rilassarsi, oppure a controllare il giusto
rapporto di tonicità ed elasticità muscolare,
caratteristiche che facilitano una nascita dolce e spontanea.

Dedicarsi dunque degli spazi e dei tempi che mai si sarebbe pensato
di possedere, è davvero un’occasione che una donna non deve
perdere ma valorizzare per se stessa, oltre che per il bambino. Lo
yoga non offre solo l’opportunità di una pratica fisica,
già fisiologicamente riconosciuta come necessaria, ma
sottolinea in particolare questo insegnamento: ritrovare la propria
dimensione perduta, fatta di quel qualcosa che ci manca e che ora
abbiamo la possibilità di percepire con maggior chiarezza,
insieme alle capacità più naturali dell’ascolto e
della comprensione. Non è che una preparazione a quanto
sarà ancora più importante apprendere “dopo”, per la
vita di una madre.

Loredana
Filippi

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