
Renature Italy mette in campo sforzi e risorse per il mantenimento delle aree protette e per il ripristino di habitat degradati. Così Wwf Italia contribuisce a tutelare la biodiversità.
La nuova direttiva europea sulla vivisezione dovr
Il tam tam su internet, in particolare su Facebook, per diffondere
l’argomento è partito nelle scorse settimane, ma i
quotidiani stanno iniziando a riprendere solo ora la notizia. Per
capire un po’ meglio quello che potrebbe riservare la nuova
normativa europea, peraltro non ancora approvata, in tema di
vivisezione, abbiamo chiesto l’aiuto di Edgar Meyer, presidente di
Gaia animali e ambiente onlus.
“Il mondo ambientalista e animalista l’ha chiamata ‘direttiva a
misura di vivisettore’. C’è ovviamente una grandissima
battaglia sui metodi sostituivi all’utilizzo di animali in
sperimentazione: sono tanti e vanno dai modelli computerizzati alle
colture in vitro. Questa direttiva non obbliga ad utilizzare i
metodi sostitutivi neppure laddove esistono. Si spiana in pratica
la strada soltanto alla sperimentazione animale.”
Esempi dei provvedimenti previsti?
“La direttiva permette di sperimentare su cani e gatti randagi,
cosa che in Italia è assolutamente vietata, anche per motivi
scientifici: non si può sapere che vita abbia avuto un
animale randagio, di che patologie possa soffrire… Che risultati
può dare dal punto di vista scientifico?
Inoltre la direttiva permette – altro fatto secondo me gravissimo –
di utilizzare lo stesso animale più volte per diversi
esperimenti se il primo esperimento ha procurato
un’intensità di dolore moderata; permette di costringere un
animale al nuoto forzato finché non annega e ancora consente
di creare animali geneticamente modificati mediante procedure
chirurgiche. Insomma, come dicevo, a misura di vivisettore.”
Dicevi che in Italia la sitazione è differente. Come dovremo
comportarci, se la direttiva verrà approvata?
“In Italia in effetti c’è una legge più rigida. Il
problema è che i Paesi europei dovranno recepire questa
direttiva senza deroga e quindi anche gli Stati come Italia e
Germania, che hanno leggi più restrittive, dovranno
adeguarsi a questa normativa europea, che però noi speriamo
possa non essere approvata.”
Cosa possono fare i cittadini?
“Li rimanderei alla campagna della Leal, una delle associazioni che
si battono contro la vivisezione e con cui noi di Gaia
collaboriamo. Si tratta di una petizione online che la Leal
porterà in parlamento europeo prima dell’8 settembre. Solo
di cittadini italiani sono già state raccolte più di
60.000 firme!”
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