Le aziende consapevoli dell’importanza della sostenibilità stanno rivedendo le strategie, puntando sulla formazione Esg come pilastro per il futuro. A partire dalle competenze dei dipendenti.
Wolfgang Sachs: “Il traffico della globalizzazione”
Wolfgang Sachs
Sachs è a capo dell’equipe che effettua ricerche su
problemi che la globalizzazione pone riguardo alla
sostenibilità ambientale e dal 1993 al 2001 è stato
presidente di Greenpeace Germania.
Quale aspetto della globalizzazione incide maggiormente
sull’ambiente?
L’aumento del traffico aereo: la
crescita annua è del 5-6% all’anno per il traffico di
persone, e dell’8% per quello delle merci. Le conseguenze
più immediate sono quelle sul territorio, con più
aeroporti, più strade, più cemento, a cui fa seguito
il considerevole aumento del consumo energetico e quindi della
produzione di gas nocivi, che, a sua volta, si ripercuote sul
clima.
Con la globalizzazione le diverse fasi di lavorazione
dei prodotti avvengono in Paesi differenti. Che ricerche fate al
riguardo?
Cerchiamo dei sistemi per tenere al minimo il
trasporto merci, migliorando il mercato regionale, e non solo
quello globale. Inoltre è importantissimo che si cominci a
dire la verità riguardo l’impatto ecologico e i costi del
trasporto, innanzitutto nel trasporto aereo. Il carburante per gli
aerei non è gravato da tasse e il traffico aereo è
escluso dal Protocollo di Kyoto. L’inquinamento dello spazio
è libero e completamente “gratis”, al contrario di altri
tipi di inquinamento che devono essere risarciti da chi li
provoca.
Quindi una corretta valutazione economica dell’impatto
ambientale sarebbe utile per il pianeta?
Certamente. La
grande distribuzione riesce a fare dei prezzi bassi perché
sposta molti costi sulla collettività. Quello che
risparmiamo nel negozio, ci viene tolto con le tasse, proprio per
riparare i danni ambientali, come disinquinare acqua e terra dai
pesticidi. Quindi i prezzi bassi dei discount sono un’illusione. I
prodotti biologici ed ecologici costano più cari, ma
comportano molti meno costi indiretti. Per molti danni non esiste
neppure un metro di valutazione: pur pagando la quota necessaria
per depurare l’acqua, chi paga le conseguenze della trasformazione
della vegetazione, della siccità, della riduzione delle
falde acquifere?
Siamo nella situazione di un pilota il cui computer è tarato
con i parametri sbagliati: lui è convinto di procedere per
la strada giusta, ma sta andando decisamente fuoristrada!
E’ necessario modificare la nostra idea di
mobilità?
Mobilità significa raggiungere
la meta desiderata. Spostarsi in continuazione è un’altra
cosa. Trasportare granchi dal Mare del Nord a Portogallo per
metterli in scatola significa usare la strada come mezzo per
risparmiare sul costo della mano d’opera. Nella vita individuale
non raggiungiamo molte più mete di prima, si sono solo
allungate le distanze. Per andare al cinema, al ristorante, al
negozio ecc. abbiamo bisogno della macchina perché
l’urbanizzazione e l’organizzazione della vita sono cambiate, nel
senso che dobbiamo fare più strada per fare tutto. In
verità, per molti, la mobilità è diminuita
drammaticamente, basta pensare ai bambini che non possono
più andare a scuola da soli. Simile è la situazione
per gli anziani. Vedere la macchina uguale mobilità è
un’illusione ottica!
Rita Imwinkelried
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