Riapertura delle scuole fino alla prima media, non oltre e con la conferma di tutte le altre misure “perché altrimenti ripartirebbe la curva del contagio” con tamponi a campione sugli alunni. Una ritrovata sintonia con gli Stati Uniti, da concretizzare con una stretta collaborazione sulla fornitura dei vaccini “che sono l’unica soluzione”.

E poi una, anzi due concessioni alla speranza del futuro, la prima ludica (“Se potessi, io inizierei a pensare a prenotare le vacanze estive”), la seconda più impegnativa, e basata su un forte impegno ambientalista:  “Bisognerà creare posti di lavoro facendo nuovi progetti, perché è probabile che ci sarà un aumento della disoccupazione. Questo è un governo che ha preso l’impegno nella lotta al cambiamento climatico, la digitalizzazione, la transizione ecologica: non è che i posti di lavori si fanno solo con le fabbriche di metallo”. Sono le novità più importanti annunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi, nella conferenza stampa tenuta insieme al ministro della Salute Roberto Speranza all’indomani del Consiglio europeo che ha trattato soprattutto il tema dei piani vaccinali.

Riaprono le scuole fino alla prima media 

Dunque nel nuovo decreto, che verrà varato a giorni, il governo tornerà ad aprire le scuole, come richiesto dalle regioni, ma in maniera limitata: “Si conferma la decisione di riaprire le scuole fino alla prima media – spiega il premier – il ministro Bianchi sta lavorando perché ciò avvenga in modo ordinato. In alcuni casi sarà possibile fare i controlli” con tamponi a campione, ma parlare di uno screening di massa sugli studenti, come si era ipotizzato negli incontri con i governatori regionali, “mi pare eccessivo. La volontà della cabina di regia era sin dall’inizio di utilizzare lo spazio concesso dalla diminuzione della curva di contagi per riaprire fino alla prima media, che è fonte di contagio in maniera molto limitata. Ma più si alza l’età scolastica più aumenta l’indotto, come i trasporti, e il rischio di contagio”. Invece “tutte le altre misure rimangono”.

Il monito alle regioni sulla campagna vaccinale 

Nei giorni scorsi Draghi aveva bacchettato le regioni, ree secondo il premier di procedere in ordine sparso sulle vaccinazioni, con criteri e ritmi diversi: oggi l’ex presidente della Banca Centrale europea ribadisce soprattutto che il criterio dell’età per i vaccini deve tornare a essere principale, è difficilmente spiegabile alla gente che si vedano categorie di persone che si sono vaccinate e che non si sono sensibili”.

Vaccino AstraZeneca
AstraZeneca non potrà esportare i vaccini finché non si sarà messa in pari con le forniture nell’Unione Europea © Christopher Furlong/Getty Images

Ma anche se finora si sono registrate lentezze, anche a causa delle compagnie fornitrici di vaccini “che sembra vogliano vedere 2-3 volte la stessa cosa” (il riferimento è al lotto di dosi prodotte in Italia che AstraZeneca voleva esportare pur essendo in ritardo nelle forniture promesse al nostro paese) presto l’obiettivo delle 500mila somministrazioni giornaliere sarà raggiungibile: “A breve avremo a disposizione anche il vaccino di Johnson&Johnson, in autunno l’italiano Reithera“, mentre per quanto riguarda il russo Sputnik “”starei attento a fare contratti perché ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d’investimento russo, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40 per  cento in Russia e il resto all’estero, e non prima di tre o quattro mesi.

Basta con le fabbriche di metallo

Quindi il finale, improntato alla fiducia nel futuro. Sia quello prossimo e ludico, quando il premier Draghi risponde così a chi gli chiede conto dell’invito agli italiani del ministro del Turismo Massimo Garavaglia di iniziare a prenotare le vacanze estive, prefigurando dunque la fine delle restrizioni: “Sono d’accordo, se potessi ci penserei anche io…”. Sia quello da progettare con le politiche, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per uscire rinnovati dalla crisi economica: “Bisognerà creare posti di lavoro facendo nuovi progetti, perché è probabile che ci sarà un aumento della disoccupazione .- ammette Draghi –  Ma questo è un governo che ha preso l’impegno nella lotta al cambiamento climatico, la digitalizzazione, la transizione ecologica: non è che i posti di lavori si fanno solo con le fabbriche di metallo”.