Bee my Future
Iniziative

Bee my Future

Le api non fanno solo il miele. Il nostro futuro dipende anche da loro. Scopri come difenderle!

Il progetto

Le api sono piccole spie della biodiversità, siano esse da miele o selvatiche sono fondamentali per l’impollinazione delle piante coltivate e di quelle spontanee. Infatti, da loro dipende circa il 75 per cento delle colture alimentari mondiali. Ecco perché Bee my Future ha lo scopo di tutelare le api mellifere e gli insetti impollinatori selvatici per difendere la nostra preziosa biodiversità e, con essa, la nostra sicurezza alimentare.

La tutela delle api mellifere

Da una parte il progetto sostiene l’allevamento di 30 alveari in 4 diversi apiari: tre situati nell’Area Metropolitana di Milano e uno all’interno dell’Oasi Lipu a Castel di Guido, nell’Area Metropolitana di Roma.

Il progetto si avvale del lavoro di un apicoltori hobbista hobbisti con grande esperienza e profonda conoscenza del mondo delle api. Gli apicoltori selezionati fanno parte delle associazioni partner del progetto, Apam – Associazione produttori apistici della provincia di Milano e dell’Associazione Buono di Roma.

Gli apicoltori si occupano dell’allevamento delle api tutelate nell’ambito dell’iniziativa e della produzione di miele in un contesto urbano, all’interno della provincia di Milano e di Roma, seguendo i principi guida del biologico:

  • gli apiari saranno disposti, per quanto possibile, in zone nelle quali vi sono prevalentemente colture e vegetazioni spontanee che non confinano con aree soggette a trattamenti. Inoltre saranno lontani almeno mezzo chilometro da aree soggette a smog come autostrade e strade ad alta densità di traffico, impianti industriali e altre fonti di inquinamento;
  • tutti i materiali utilizzati, inclusi quelli per costruire le arnie, sono naturali. Il progetto è teso a dimostrare che è possibile la conduzione di un apiario in una zona urbana, o a ridosso di una zona residenziale, senza il ricorso a sostanze di sintesi per la cura delle api in linea con quanto previsto dall’allevamento biologico.

Il progetto prevede l’acquisto degli sciami di api, delle attrezzature necessarie, come le arnie e gli indumenti di protezione per l’apicoltore, le continue attività di assistenza tecnica all’apicoltore, la verifica e il monitoraggio delle attività e del loro stato di salute, la produzione di miele dalle arnie in conformità con la legislazione che regolamenta il settore (produzione, confezionamento, etichettatura), la brandizzazione dei materiali del progetto e del miele prodotto.

La tutela degli impollinatori selvatici

Sebbene nell’immaginario comune le api rappresentino un esempio mirabile di socialità, le api per la maggior parte sono selvatiche e solitarie e non producono il miele seppur siano straordinarie impollinatrici.

Le api solitarie, in particolare le osmie, sono una varietà italiana di ape selvatica che non produce miele ma che svolge l’opera fondamentale dell’impollinazione con un’efficacia di oltre il 90 per cento di fecondazione dei fiori visitati rispetto all’ape mellifera.

Si tratta di api gentili, molto meno conosciute delle altre, in grado di muoversi in un raggio di qualche decina di metri dal loro nido, con un raggio di volo quindi più limitato rispetto alle api mellifere come più breve è il loro periodo di attività, però prezioso e insostituibile nella salvaguardia della nostra biodiversità.

Per facilitare la loro presenza, Bee my Future intende posizionare dei nidi dove le api selvatiche e altri impollinatori, come coccinelle e farfalle, possano trovare un rifugio sicuro favorendo così la loro presenza in diversi contesti, sia urbani che rurali, e permettendoci di monitorare visivamente il loro ciclo vitale e, grazie ad esso, comprendere la salute dell’ambiente circostante.

I nidi posizionati da LifeGate sono realizzati dalla Cooperativa sociale IL GERMOGLIO, una realtà senza scopo di lucro la cui mission è la diffusione della cultura dell’inclusione, considerando le differenze individuali come valori aggiunti.

 

Per aderire e per informazioni: [email protected]

Perché le api sono in pericolo

Negli ultimi anni la popolazione di api e di altri insetti impollinatori ha subito un calo. Secondo la Fao, 75 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all’impollinazione. L’87 per cento delle coltivazioni destinate a nutrire l’uomo conta sul lavoro che questi insetti ci offrono gratuitamente. Se il numero di api continuerà a diminuire, molto presto non potremo più godere di alimenti come i frutti di bosco, le pesche, le castagne, le mele, le mandorle, ma anche le zucchine, i pomodori e tantissimi altri ortaggi. Lo stesso vale anche per i prodotti caseari come latte, yogurt, burro e formaggi freschi. La scomparsa delle api mette in pericolo la nostra sicurezza alimentare, il nostro futuro.

Apitalia, la rivista dedicata all’apicoltura italiana, da tempo segnala il rischio che corrono gli alveari a causa della diffusione dei neonicotinoidi, tre tipi particolari di insetticidi usati in agricoltura che agiscono sul sistema nervoso di insetti e parassiti. Insieme a questo problema, non va sottovalutata la perdita di habitat e l’inquinamento ambientale.

Ecco perché sostenere l’allevamento delle api mellifere e la tutela degli impollinatori selvatici è fondamentale per la nostra sicurezza alimentare e per difendere il nostro futuro e quello del pianeta.

Il biomonitoraggio grazie ai dispositivi di Melixa

LifeGate ha deciso di apportare al progetto un’importante novità: l’applicazione di un sistema di biomonitoraggio, il primo in Italia non invasivo grazie all’utilizzo dei dispositivi di Melixa che tramite i sensori di temperatura interna ed esterna, il peso e il conta voli quotidiano fornisce preziose informazioni sulla salute delle api mellifere e tramite essa sulla salute dell’ambiente circostante.
Le api mellifere raccolgono informazioni importanti sulla salute del suolo, dell’aria e dell’acqua attraverso il loro operoso lavoro di raccolta del nettare, dei pollini e dell’acqua dal territorio circostante con un raggio di azione di 3 Km.

La frequenza dei loro viaggi è impressionante: una colonia di api effettua quotidianamente 10 milioni di micro prelievi raccogliendo, nei mesi più caldi, diversi litri di acqua per regolare la temperatura dell’alveare e dissetarsi. Inoltre, catturando sul loro corpo anche le particelle di inquinanti presenti nell’aria, con il biomonitoraggio non solo si può capire quanto è contaminato l’ambiente ma anche la presenza di eventuali fenomeni di bioaccumulo, che ha conseguenze anche per la salute dell’uomo.

Storytelling

Questa pagina raccoglie tutti gli aggiornamenti, settimana dopo settimana, mese dopo mese, sul progetto che raccontano l’evoluzione di Bee my Future, nel corso delle stagioni. Rispetto alle api mellifere, ogni stagione ha una caratteristica e presuppone un compito preciso da parte dell’apicoltore. La preparazione delle arnie e degli sciami all’inizio della primavera quando le api svolgono la loro attività principale, l’impollinazione, al recupero delle api che “sciamano” quando nasce una nuova ape regina. In estate l’apicoltore monitora il loro operato iniziando il prezioso lavoro di smielatura. In autunno ci si prepara all’inverno con la pulizia delle arnie, la preparazione del loro nutrimento e la cura omeopatica da eventuali malattie contratte dai piccoli insetti. La stagione più fredda vede le api al riparo, coperte, nelle loro arnie già pulite e preparate con il miele necessario al loro nutrimento invernale. E poi l’arrivo dei nuovi sponsor che ci consentono di aumentare il numero di arnie gestite da Bee my Future ma anche la diffusione di nidi per impollinatori selvatici, per dimostrare come sia possibile tutelare le api anche in contesti urbani seguendo i principi del biologico.

Facebook, hashtag #beemyfuture per ogni occasione, Instagram. Le api fanno buzz anche sui social. Segui, metti like e condividi gli aggiornamenti sul progetto!

Bee my Future nello store di LifeGate

Si può partecipare a Bee my Future adottando cinquecento api e scegliendo un kit di 4, 8 o 12 vasetti di miele da 250 gr. Riceverai le etichette da apporre sul vasetto, che potrai personalizzare con il tuo nome o quello di chi riceverà il vasetto. Oltre ai vasetti, riceverai per email l’attestato di adesione al progetto.

COMPRA IL MIELE SUL NOSTRO STORE

Partecipa anche tu

Per aderire e per informazioni: [email protected]

Le persone possono sostenere il progetto adottando cinquecento api per un anno, contribuendo quindi alla loro tutela e alla conservazione. In cambio LifeGate manderà ai sostenitori un attestato personalizzato e i vasetti di miele di acacia, millefiori o tiglio, prodotto grazie al sostegno. Le varietà saranno disponibili in base alla produzione estiva in vasetti da 250 grammi, personalizzabili con il vostro nome o quello di chi riceverà il regalo.

Per adottare cinquecento api vai allo store

FAQ

Che differenza c’è tra un’arnia, un apiario e una colonia di api?

L’arnia è la casa delle api, ovvero la casetta di legno che le contiene, l’apiario è l’insieme di più arnie nella stessa postazione, mentre la colonia di api è la famiglia di api che abita l’arnia ed è composta da una sola regina, dalle operaie (femmine) e dai fuchi (maschi).

Come si fa a distinguere il tipo di miele che viene prodotto?

Le api tendono a concentrare la raccolta di nettare su una specifica fioritura. L’apicoltore deve:

  • conoscere, nella zona in cui alleva le api, le fioriture prevalenti;
  • conoscere  i periodi di fioritura;
  • assicurarsi che le api siano nelle condizioni ottimali per raccogliere il miele.

All’inizio di una fioritura prevalente l’apicoltore mette il “melario” vuoto (parte dell’arnia con i favi dove le api stoccheranno il miele) sopra l’arnia e lo toglie alla fine della fioritura, così è possibile differenziare le varie tipologie di miele. Se non si fa questa distinzione e si raccoglie il miele con più essenze parliamo di “millefiori”. Oltre a questo accorgimento il miele deve comunque rispettare delle caratteristiche sia sensoriali che organolettiche tipiche della diversa tipologia di miele. Quindi, va raccolto nel periodo corretto rispettando anche le caratteristiche rispondenti alla specifica tipologia.

Cosa fanno le api mellifere quando non “lavorano”?

Praticamente le api lavorano sempre e non riposano mai. Durante la notte, quando c’è cattivo tempo o in inverno, stanno nell’alveare e si occupano delle pulizie, della manutenzione o semplicemente di ventilare l’arnia e di mantenere con il loro movimento la temperatura costante.

Da quante api è composta un’arnia?

In un’arnia vive una colonia di api: una regina, le operaie e i fuchi. Il loro numero varia in funzione della stagione. Nel periodo di massimo sviluppo, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, si stima che si arrivi a circa 50mila api, mentre nel periodo invernale si scende a poche migliaia.

Qual è il periodo dell’impollinazione?

Semplicemente quando c’è il polline sui fiori, quindi prevalentemente nel periodo primaverile ed estivo con qualche eccezione per alcune specie botaniche.

Quali sono i problemi e le minacce più gravi per gli insetti impollinatori oggi?

Sicuramente la minaccia più importante è l’uomo che depaupera il territorio e riduce le zone di “pascolo” delle api. L’inquinamento e l’utilizzo di insetticidi e prodotti chimici di sintesi in agricoltura è un’ulteriore grave minaccia. Oltre alle avversità create dall’uomo ve ne sono alcune naturali che provocano gravi danni agli alveari, come la diffusione di Varroa, un piccolo “pidocchio” originario del sud est asiatico ormai endemico in quasi tutto il mondo, la Aethinia Tumida, un piccolo scarafaggio che distrugge gli alveari comparso anche nel nostro paese, e la Vespa Velutina, un insetto che danneggia gravemente le colonie di api presente in alcuni areali del nord ovest.

Quanto vive mediamente un’ape mellifera?

La regina può vivere anche 3 anni. Le api operaie e i fuchi hanno una vita molto breve: quelle nate in autunno vivono fino alla primavera, invece quelle nate tra la primavera e l’estate, dove il ritmo di lavoro è molto più intenso viste le forti fioriture, vivono meno di 2 mesi.

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