La mattina del 9 settembre le città di San Francisco, Oakland e Berkeley, in California, si sono svegliate in un’atmosfera apocalittica. Il cielo arancione, inghiottito da una fitta nebbia di fumo e cenere causata dagli incendi che, a centinaia di chilometri di distanza, da settimane stanno distruggendo migliaia e migliaia di ettari nel paese.

Incendi in California, 9 settembre 2020
Il ponte della baia di San Francisco e lo skyline della città sono oscurati dal fumo arancione e dalla nebbia, fotografati da Treasure Island a San Franscisco, in California il 9 settembre 2020 © Brittany Hosea-Small/Afp/Getty Images

Le enormi nubi di fumo causate dagli incendi hanno portato, tra le altre cose, anche al più lungo allarme per la qualità dell’aria, dichiarata malsana nell’area della Baia di San Francisco, contando 25 giorni consecutivi in cui si consigliava di evitare l’aria esterna. Il record precedente, come ricorda la portavoce della gestione della qualità dell’aria locale Erin DeMerritt, si era registrato nel 2018, con 14 giorni consecutivi, durante Camp fire. Le nubi di cenere e fumo sono trasportate dai venti caldi, che hanno fatto registrare la temperatura record di quasi 45 gradi nell’area di Los Angeles.

Incendi in California, distrutti 800mila ettari di foreste

Gli spaventosi incendi che stanno colpendo da settimane la California hanno ormai distrutto 800mila ettari di foresta. Ovvero ottomila chilometri quadrati: oltre sei volte la superficie della città di Roma. Si tratta del dato peggiore mai registrato da più di 30 anni. E, soprattutto, si tratta ancora di un bilancio provvisorio, dal momento che i roghi non sono stati ancora domati.

Incendi in California, 9 settembre 2020
Le forze dell’ordine e i pompieri aspettano sull’Enterprise Bridge prima di accedere a un’area invasa dalle fiamme a causa dell’incendio Bear, che fa parte degli incendi di North lighting complex, a Oroville, in California il 9 settembre 2020 © Josh Edelson/Afp/Getty Images