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All’indomani dell’ennesimo evento estremo, che questa volta ha allagato parti intere dell’Emilia-Romagna causando anche due vittime e danni molti ingenti, sono arrivate finalmente le prime misure della cabina di regia sulla crisi idrica, istituita dal governo e presieduta dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Poco più di 100 milioni sono stati messi a disposizione dal ministero, e serviranno per finanziare interventi urgenti in cinque regioni italiane: Lombardia, Veneto, Piemonte, appunto l’Emilia-Romagna, il Lazio.

Quello della cabina di regia è soltanto un primo inizio, perché le risorse da liberare per le infrastrutture idriche, secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili, sarebbe di oltre 13 miliardi di euro. A spiegarlo era stato il vicepresidente dell’Ance, Pietro Petrucco, nel corso di una audizione in Senato sul decreto Siccità varato dal governo il 6 aprile. “Bisogna incrementare la spesa pubblica per investimenti nelle infrastrutture idriche per aumentare l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in tutti i settori (civile, industriale, energetico, agricolo), attivando sistemi di monitoraggio, investendo in manutenzione e sviluppo delle reti e degli impianti, incentivando il riciclo e la raccolta”.

Sempre ieri intanto il Consiglio dei ministri ha nominato il commissario straordinario contro la siccità: si tratta – nomen omen – di Nicola Dell’Acqua, agronomo e direttore di Veneto Agricoltura, un ente della Regione Veneto.