Rock Files Today – 11 Marzo – Bobby McFerrin

Oggi, 11 Marzo 1950. A Madeley, nella contea inglese dello Shropshire, nasce Robert Bobby McFerrin Jr. Entrambi i genitori sono cantanti lirici: sua madre è una soprano e suo padre, Robert McFerrin, è un affermato baritono della Metropolitan Orchestra. Ristabilitisi a New York, i McFerrin mandano il piccolo Bobby alla Julliard School Of Music a


Oggi, 11 Marzo 1950.
A Madeley, nella contea inglese dello Shropshire, nasce Robert
Bobby McFerrin Jr. Entrambi i genitori sono cantanti lirici: sua
madre è una soprano e suo padre, Robert McFerrin, è
un affermato baritono della Metropolitan Orchestra. Ristabilitisi a
New York, i McFerrin mandano il piccolo Bobby alla Julliard School
Of Music a studiare pianoforte.

Appassionatosi al jazz negli anni dell’adolescenza, Bobby arriva
al canto piuttosto tardi. Ma quando lo fa, scopre di avere
potenzialità immense: la sua voce ha un range che supera le
quattro ottave e la sua tecnica gli consente evoluzioni
straordinarie.

Nei primi anni 80, McFerrin diventa il talento emergente del
canto afro-americano. Gli arguti funambolismi della sua voce (che
sembra un mix di cera, gomma e metallo fuso), il suo palpitante
senso mimetico, le sue guizzanti improvvisazioni, colgono di
sorpresa tutti gli appassionati.

“Mi considero semplicemente un vocalista”, dichiara, “non un
cantante jazz o pop. Vocalista, per me, significa qualcuno che
estende l’uso della propria voce oltre le barriere convenzionali,
che ne amplia la gamma dei suoni”.

Stabilitosi a San Francisco, nella seconda metà degli
anni 80 Bobby McFerrin sviluppa una forma d’arte che lo porta sul
palco o in sala di registrazione da solo. Lui e la sua ugola di
caucciù: non c’è bisogno di nient’altro. Le sue
incredibili abilità gli consentono infatti di fare,
simultaneamente, linea di basso, percussione e melodia. A volte,
riesce persino a cantare tre note alla volta, appoggiando il
microfono sul collo e utilizzando le tecniche di canto gutturale
dei Monaci Tibetani.
Bobby, con il passare del tempo, si dimostra anche un discreto
autore di canzoni. Una, in particolare, diventa una hit
incredibile. Nel 1988, Don’t Worry Be Happy va al primo posto delle
classifiche inglesi e americane stabilendo un record storico:
nessun brano esclusivamente vocale aveva mai raggiunto prima di
allora quel primato.

Basata su uno slogan del guru indiano Meher Baba (famoso negli
anni 60 nella comunità hippie), il pezzo viene per un certo
periodo usato come colonna sonora della campagna presidenziale di
George Bush sr.

Quando lo scopre, McFerrin, che è un democratico
convinto, chiede e ottiene che la sua canzone non venga più
usata a tale scopo.

Nel frattempo, però, grazie anche a quel tipo di
esposizione nazional/popolare, il pezzo (con un videoclip molto
divertente interpretato da Robin Williams) entra nelle orecchie di
tutti gli americani.

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