Un esordio da Incubus

Dopo vari cambi di nome, hanno scelto di chiamarsi Incubus. Non hanno ancora la patente e cercano ingaggi in posti il più possibile vicino a casa.

Los Angeles, primi anni 90. Qualcuno, camminando sulla Sunset Strip, si è imbattuto in strani flyer che segnalano un concerto in serata al Roxy, locale qualche metro più avanti. In realtà a catturare l’attenzione dei passanti è l’immagine di una donna nuda stampata su quei fogli seminati ovunque.

 

Brandon Boyd è il cantante della band in cartellone ed è lui che si occupa di disegnare locandine per il gruppo che ha formato con i suoi compagni di scuola Jose, Mike e Dirk. I quattro usano le figure dei libri di educazione sessuale che la mamma di Mike fa leggere al figlio.

 

 

Dopo vari cambi di nome, hanno scelto di chiamarsi Incubus. Non hanno ancora la patente e cercano ingaggi in posti il più possibile vicino a casa. Hanno supplicato il proprietario del Roxy per far avere loro una data ma lui non ne ha voluto sapere, o meglio ha accettato, ma solo a una condizione: se in giornata non saranno venduti i biglietti per il concerto, la loro performance verrà annullata.

 

Mentre Brandon e Jose sono in giro a cercare di pubblicizzare il più possibile l’evento, Mike trova per terra 100 dollari. Non ci pensa su due volte: corre al locale e compra quanti più biglietti gli è possibile acquistare con quei soldi.
Il concerto è un successo: sono arrivati tutti i compagni di college dei ragazzi, ma anche gente del posto.

 

Grazie al passaparola gli Incubus non saranno più costretti a pagare per esibirsi e proprio durante uno dei loro live, al Cody di Los Angeles vengono avvicinati da Gavin Koppel che collabora con la Immortal Records, responsabile del successo dei Korn.

 

Di lì a poco viene pubblicato l’Ep Enjoy Incubus.  L’etichetta avrà il merito di aver messo sotto contratto una delle rock band più influenti degli ultimi anni.

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