Come nasce un mito del prog

Londra, west end, Primavera 1968. Considerato il quartier generale della musica, Soho è da sempre il principale polo d’intrattenimento della capitale inglese: negli anni, sono nati, spariti e risorti centinaia di locali e club. Al numero 14 di Upper Saint Martins Lane si trova il più famoso e longevo di questi: il Marquee. Al piano superiore

Londra, west end, Primavera 1968. Considerato il quartier generale della musica, Soho è da sempre il principale polo d’intrattenimento della capitale inglese: negli anni, sono nati, spariti e risorti centinaia di locali e club.

Al numero 14 di Upper Saint Martins Lane si trova il più famoso e longevo di questi: il Marquee. Al piano superiore c’è La Chasse, bar in cui lavora Jon Anderson; il ragazzo ha lasciato gli studi per dedicarsi alla sua passione: la musica. Ha militato in varie band ed è riuscito a incidere anche due singoli per la Decca Records. Di lui si dice abbia un gran talento e una voce fuori dal comune. Ma tutto ciò non gli è, al momento, sufficiente per portare a casa i soldi necessari per sopravvivere.

 

https://www.youtube.com/watch?v=uJM7TdshUbw
E così eccolo a servire ai tavoli de La Chasse.
Nel locale si fermano spesso gli artisti che si sono esibiti al Marquee e questa sera, a chiedere da bere, ci sono Chris Squire e la sua band: i Mabel Greer’s Toyshop.
“Questi tizi fanno al caso tuo”, gli dice il proprietario, che a conoscenza dei continui tentativi di Jon di inserirsi nel mondo musicale londinese, gli presenta i membri del gruppo.
Il ragazzo comincia a chiacchierare con Chris che nei Mabel suona il basso. Tra i due è subito feeling e l’inizio di un’amicizia che si tramuta in jam session improvvisate a casa di uno o dell’altro.

 

Passano pochi mesi e a Jon Anderson viene chiesto di entrare ufficialmente nella band che con la nuova formazione cambia anche il nome: i Mabel Greer’s Toyshop diventano gli Yes.
È il 1969, anno d’esordio dei King Crimson e gli Yes balzano all’attenzione dell’Atlantic Records che decide di produrre il loro primo album omonimo.
È un successo immediato, di critica e di pubblico: inizia così la fantastica epopea di uno dei miti del Progressive Rock.

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