Addio all’olio di palma anche nei biscotti Plasmon

Plasmon dice addio all’olio di palma nei suoi biscotti per neonati. Va così ad aggiungersi a quell’elenco, in costante crescita, di marchi che hanno deciso di eliminare questo grasso tropicale contestato, proveniente da piantagioni accusate di esser causa di deforestazione.

Plasmon ha deciso di eliminare l’olio di palma dai suoi biscotti. Una mossa decisa dopo il fortissimo pressing sui social e sulla piattaforma di petizioni online Change.org.

Dopo molti tentennamenti, l’azienda ha deciso di accogliere le pressioni e addirittura di farne un punto di forza, con un video dedicato e un sito dal nome piuttosto indicativo (Tiabbiamoascoltato.it) di aver accolto l’istanza di cambiamento.

Chiara, Francesca, Serena, Lucia… #tiabbiamoascoltato e siamo felici di farti scoprire il nuovo biscotto Plasmon senza olio di palma. Ti aspettiamo su www.tiabbiamoascoltato.it

Pubblicato da Mamme e Plasmon su Martedì 1 marzo 2016

In più, andando online su quel sito, si può richiedere fino a esaurimento scorte una confezione gratuita dei nuovi biscotti Plasmon privi di olio di palma.

La decisione della Plasmon di eliminare l’olio di palma dai suoi biscotti è frutto di una lunghissima battaglia portata avanti da alcuni gruppi di genitori che hanno dato vita ad una petizione lanciata sul sito Change.org.
La decisione della Plasmon di eliminare l’olio di palma dai suoi biscotti è frutto di una lunghissima battaglia portata avanti da alcuni gruppi di genitori che hanno dato vita ad una petizione lanciata sul sito Change.org.

Cos’è l’olio di palma e perché è così diffuso

L’olio di palma è un grasso di origine vegetale che si ricava dalla spremitura della polpa dei frutti delle palme da olio coltivate nelle regioni tropicali del pianeta, come Indonesia, Malesia ed America Latina. È presente da anni in moltissimi prodotti alimentari e cosmetici, nei prodotti dolciari, nelle creme, nei biscotti, e in molti piatti pronti, ma anche nei cosmetici, i detergenti per la cura del corpo e la pulizia della persona, saponi, creme e shampoo.

Lo si può trovare tra gli ingredienti anche nei prodotti biologici ed equosolidali. Ha una percentuale di grassi saturi di circa il 50 per cento e per questo è semisolido a temperatura ambiente. Questa caratteristica è ambitissima dall’industria alimentare: gli oli di oliva e di semi (ricchi di acidi grassi mono e polinsaturi), essendo liquidi rendono molle il prodotto finito e lo deteriorano rapidamente, irrancidendosi. Solo l‘olio di palma, pur essendo di origine vegetale, contiene grassi saturi (palmitico, stearico e laurico) come quelli del burro, per questo lo sostituisce nelle preparazioni industriali.

Olio di palma e deforestazione

Secondo gli allarmi sollevati a più riprese da diverse organizzazioni ambientaliste, la coltivazione di olio di palma distrugge le foreste asiatiche, contribuisce al cambiamento climatico e ferisce gravemente la biodiversità vegetale e animale, mettendo ulteriormente a rischio la vita di moltissime specie già in via di estinzione.

Vastissime aree delle foreste pluviali del Sud-est asiatico sono state rase al suolo, deforestate o incendiate, per far posto alle coltivazioni di palma da olio, dalle Filippine all’Indonesia, da  Singapore alla Malesia.

L’aumento, negli scorsi anni, della domanda da parte delle aziende alimentari, e la necessità di mantenerne basso il prezzo d’acquisto, hanno favorito la distruzione della biodiversità di questi ecosistemi. Al posto delle foreste, oggi sorgono sempre più piantagioni di palme, poco costose in termini di manutenzione e dalla resa elevatissima rispetto ad altre colture da olio.

Le aziende che hanno detto addio all’olio di palma, da Alce Nero a Colussi e Mulino Bianco

Alcune multinazionali come P&G, L’Oreal, Unilever, Nestlé, Wilmar International e Cargill hanno dichiarato nel 2014 di aderire all’accordo High carbon stock approach di Greenpeace, in base al quale le aziende che usano gli oli dalle piantagioni di olio di palma si impegnano a minimizzare il loro impatto ambientale per ottenerlo. Ma anche in Italia si devono registrare molte mosse, attuate volontariamente. Niente olio di palma nei prodotti Galbusera, Tre Marie, Loacker e Alce Nero (quest’ultima vera e propria antesignana con la sua rinuncia già dal 2004), niente nemmeno nei plumcake a marchio Esselunga, Coop, Simply, e da ultimo Colussi, Mulino Bianco e, appunto, Plasmon. A dimostrazione che appelli, campagne e manifestazioni internazionali hanno fatto breccia su un’opinione pubblica sempre più informata sull’olio di palma e i suoi rischi.

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