
Brasile. La deforestazione è crollata del 68 per cento con la presidenza Lula
Da gennaio, data dell’insediamento di Lula, il Brasile ha visto un crollo della deforestazione amazzonica. L’era Bolsonaro sembra già lontana.
La deforestazione è la distruzione (o la netta riduzione) di boschi e foreste dovuta soprattutto alle attività umane. L’area del mondo più colpita dalla deforestazione, stando ai dati del Global forest watch 2021, è innanzitutto l’Amazzonia brasiliana, seguita dalla Repubblica Democratica del Congo e dalla Bolivia. Le cause della deforestazione variano a seconda delle aree coinvolte: in Amazzonia la foresta viene distrutta soprattutto per fare spazio agli allevamenti intensivi di bestiame e alle piantagioni colture destinate soprattutto ai mangimi degli animali, in primis la soia. Ne deriva che anche noi, con i nostri consumi, spesso ne siamo complici pur senza esserne pienamente consapevoli. In Indonesia e Malesia, invece, la foresta tropicale a lungo è stata a lungo distrutta per fare spazio alle piantagioni di palme da olio: la moratoria adottata dal governo ha nettamente migliorato la situazione, fermando l’espansione agroindustriale e facendo crollare il tasso di deforestazione. Altre industrie che contribuiscono alla deforestazione sono quella mineraria e del legname. Le conseguenze della deforestazione sono gravi, vaste e articolate. Venendo a mancare il serbatoio naturale di CO2 rappresentato dagli alberi, le concentrazioni di gas serra in atmosfera aumentano contribuendo così al riscaldamento globale. Abbattere le foreste significa anche distruggere l’habitat naturale delle specie animali e vegetali autoctone, minacciando la biodiversità, e rendere il territorio più vulnerabile al dissesto idrogeologico. Le foreste hanno infine un forte valore identitario e culturale, soprattutto per i popoli indigeni che ne sono custodi. LifeGate.it segue da vicino il tema della deforestazione in Amazzonia e altre zone del pianeta, dando spazio agli studi più autorevoli e alle possibili soluzioni.
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Come per la foresta amazzonica, anche per la savana tropicale in Brasile i dati indicano una perdita gigantesca di vegetazione.
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