
A Mantova, capitale della cultura 2016, dal 26 ottobre al 2 novembre torna Segni, New generations festival: una settimana di arte e teatro dedicato ai più piccoli. Grandi collaborazioni per un appuntamento imperdibile, non solo per i ragazzi.
A Mantova, capitale della cultura 2016, dal 26 ottobre al 2 novembre torna Segni, New generations festival: una settimana di arte e teatro dedicato ai più piccoli. Grandi collaborazioni per un appuntamento imperdibile, non solo per i ragazzi.
Mantova, splendida capitale della cultura 2016, continua la sua proposta di eventi durante tutto l’anno e annuncia la nuova edizione, dal 26 ottobre al 2 novembre di Segni, New generations festival: cinque giorni dedicati all’arte e al teatro rivolti a bambini e giovani dai diciotto mesi ai diciotto anni. Un’occasione per far conoscere Mantova ai propri ragazzi attraverso il teatro, e per tutti di assistere a contributi eccellenti, quali quelli di Stefano Benni e Wu Ming.
Nato undici anni fa per far avvicinare i più piccoli al mondo artistico, Segni ha saputo trasformarsi ed evolversi così come i tempi e le tendenze. Oggi il New generations festival è dedicato al mondo delle scuole, delle famiglie e a tutti coloro che amano il teatro, la ricerca e i linguaggi delle arti ed è in grado di coinvolge spettatori a livello transgenerazionale e internazionale rivolgendosi anche a turisti stranieri. Artisti provenienti da vari paesi del mondo si esibiscono in spettacoli, laboratori, percorsi d’arte, performance multidisciplinari in cui musica, pittura, teatro, scultura, danza si mescolano in una continua contaminazione tra le arti e in linguaggi non verbali.
Oltre trecento eventi in cinque giorni nelle più belle location della città di Mantova. Palazzo Ducale, Teatro Bibiena, Sala delle Cappuccine, Palazzo Te, Palazzo Broletto e molti altri spazi della città che si trasformano per l’occasione in luoghi di teatro tutti da scoprire. Un programma ricco di contenuti e artisti che vanta anche contributi e collaborazioni eccellenti, a partire da quella per la realizzazione della locandina della manifestazione disegnata dal grande Dario Fo, recentemente scomparso. Ogni anno infatti il festival è rappresentato da un animale che, disegnato dai più grandi artisti – gli scorsi anni da Altan, Bergonzoni, Sanna, Moretti -, diventa il simbolo dell’edizione, dando vita ad un’operazione artistica che coinvolge oltre 5.000 partecipanti da tutta Italia.
Nei cinque giorni di festival tantissimi gli appuntamenti in programma in tutti gli spazi della città: tra gli eventi da segnalare, le collaborazioni con Topolino (Il lupo a fumetti) e il Muse (Vita da lupi) per laboratori gratuiti. Con alcuni redattori e disegnatori del famoso fumetto i bambini saranno invitati a creare un loro magazine con le notizie che più amano, mentre insieme agli esperti del Museo Muse di Trento saranno i protagonisti di un gioco che avrà al centro il lupo.
E ancora: Stefano Benni, chiamato lui stesso Lupo, leggerà a teatro racconti e aneddoti che abbiano come tema questo animale. Il lupo attorno a cui tutto gira intorno, protagonista di fiabe e leggende, di proverbi e modi di dire, in molte civiltà appare come genitore, fondatore, iniziatore, detentore della conoscenza. Simbolo di forza e lealtà, rappresenta lo spirito socievole e amichevole e si occupa con estrema cura dei propri piccoli, del compagno e del gruppo. Tutte queste sfaccettature, questi aspetti sono riproposti negli spettacoli e nell’arte, in ogni forma.
Un festival che è cambiato e ha aggiunto la proposta per gli over 13: spettacoli che indagano la relazione fra uomo contemporaneo e nuove tecnologie, la percezione della realtà nell’era social – come Vita Nerd e Gilgamesh – altri che combinano arte e musica, come Petit Cirque. Si viaggia, anche stando immobili sulle sedie, nel destino di chi parte da casa per salvarsi o di chi si mette in cammino per diventare grande in Piccoli eroi del Teatro del Piccione mentre si ripercorre la recente storia del cinema a teatro nel bellissimo Cinema Paradiso. E ancora il mondo del lavoro raccontato da tre clown in partenza per le vacanze nell’esilarante Kanikuly e Siamo uomini o caporali che alla maniera di Chaplin fa riflettere sul tema dei conflitti umani e del nazionalismo.
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