“Mi piace qui, le persone con cui lavoro sono molto carine con me. Imparo tante cose grazie a questo progetto. Il mio sogno è rimanere in Italia e continuare questo lavoro con gli animali nelle malghe. Con questo impiego posso aiutare la mia famiglia rimasta a casa e costruire il mio futuro”.

Mohammed, giovane ganese di 26 anni, racconta così l’esperienza di tirocinio retribuito che sta vivendo alla malga Serona, sull’altopiano di Asiago. Grazie infatti al corso per operatori di stalla, il primo del genere in Italia realizzato dall’ong Avsi, dalla Caritas diocesana vicentina e dall’associazione Diakonia onlus, Mohammed sta avendo la possibilità di imparare un mestiere. Il progetto nasce nel 2020 per favorire un percorso di inclusione socio-lavorativa dei migranti che possa sviluppare una reale integrazione nel territorio e nel tessuto produttivo veneto, in particolare in un settore per cui le aziende agricole faticano a trovare figure anche tra gli italiani.

Avsi
Mohammed © Francesco Pistilli/Avsi

Partito dal Ghana a 18 anni, Mohammed, come tanti sui coetanei, è arrivato a Lampedusa su un barcone con tanta speranza per il futuro, ma poche certezze. Nel 2021 è stato selezionato tra gli otto giovani che hanno potuto frequentare il corso teorico-pratico per operatori di stalla. E da qui è iniziato un nuovo capitolo della sua vita. Mohammed ha frequentato il corso di 150 ore in aula e poi di pratica in stalla, imparando a lavorare a contatto con gli animali. Così ha potuto accedere al tirocinio retribuito.

Corso analogo, realizzato sempre da Avsi, Caritas diocesana vicentina e associazione Diakonia onlus, è quello di saldo-carpenteria da 125 ore, attivato presso il cfp San Gaetano di Vicenza e seguito da un tirocinio di tre mesi presso aziende di carpenteria del territorio che cercano figure formate. “Ho seguito il corso di saldatura per tre mesi – racconta Fabakary, uno dei dieci partecipanti, mentre si toglie i guanti e la visiera –. Mi trovo molto bene, spero davvero che possa diventare il mio lavoro”.

Entrambi i progetti sono sostenuti con fondi di Avsi, Caritas diocesana vicentina e dai membri della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (Lds charities).

A cura di Anna Zamboni, ufficio stampa Avsi