Premi e progetti della Biennale di Architettura di Venezia

La Giuria internazionale della XII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia ha decretato i vincitori, in una cornice d’applausi durante la cerimonia d’inaugurazione dell’esposizione che si chiude il 21 novembre.

I premi.

Il Leone d’Oro per il miglior progetto della mostra “People
meet in architecture” è stato assegnato a uno studio
giapponese, Il Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale
è andato al Regno del Bahrain, il Leone d’Argento per i
giovani partecipanti più promettenti a professionisti
belgi-olandesi.

 

Il Regno del Bahrain, spiega la motivazione, ha colpito la
giuria “per la lucida ed efficace autoanalisi della relazione del
Paese con il rapido cambiamento della sua linea costiera”.

 

Il Leone d’Oro per il miglior progetto della mostra “People
meet in architecture” è andato a junya.ishigami+associates,
“cui la giuria desidera riconoscere la visione unica ed
eccezionalmente rigorosa del suo autore, Junya Ishigami: il lavoro
spinge all’estremo i limiti della materialità,
visibilità, tettonica, leggerezza e, in ultimo,
dell’architettura stessa”.

 

Il Leone d’Argento è stato assegnato a Office Kersten
Geers David van Severen in collaborazione con il fotografo Bas
Princen come “riconoscimento delle notevoli potenzialità
degli architetti e della loro attuale collaborazione”.

 

Durante la cerimonia sono stati inoltre consegnati il Leone
d’Oro alla carriera a Rem Koolhaas e il Leone d’Oro alla memoria a
Kazuo Shinohara, assegnati dal consiglio di amministrazione della
Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, su indicazione del
direttore, Kazuyo Sejima.

La presentazione del direttore
Kazuyo Sejima, l’architetto giapponese vincitore del Pritzker Prize
2010 (il Nobel per l’architettura) ha spiegato così la sua
Biennale intitolata “People meet in architecture”: “La sensazione
diffusa è quella di vivere in una società
post-ideologica. Siamo più che mai parte della Rete. La
comunicazione mediata condiziona le relazioni interpersonali. La
nostra cultura, così come la nostra economia, da tempo sono
diventate globali. Tutto ciò ha cambiato non solo le
condizioni materiali del nostro presente, ma anche il modo in cui
lo concepiamo. In questo contesto, siamo convinti che
l’architettura abbia il potere di aprire nuovi orizzonti”

 

Il Padiglione Italia

Secondo Luca Molinari, il curatore del Padiglione Italia della
XII Biennale d’Architettura di Venezia, “dall’Italia viene una
risposta seria, nonostante il nostro sia il Paese occidentale in
cui più è difficile costruire il nuovo, oppresso da
una forbice tra edilizia diffusa e buona architettura –
drammaticamente aumentata negli ultimi due decenni – e dalla
problematica coesistenza con la tradizione e la classicità
che costituiscono parametri spesso invalicabili per la
progettazione del futuro e del presente”. Il cuore del Padiglione
è Laboratorio Italia, un’esposizione di progetti realizzati
rispondendo a esigenze reali della comunità tenendo conto
dell’ambiente e del patrimonio storico: l’ampliamento di una scuola
a Bari (ma0), la costruzione di una biblioteca in provincia di
Bergamo (Archea Associati), di un centro sanitario a Lesmo
(Guidarini & Salvadeo), la risistemazione di un parco pubblico
a San Donà (Cino Zucchi), fino all’impegno etico e solidale
per Paesi del Terzo Mondo, in Burkina Faso, Sudan, o riutilizzando
i beni sequestrati alle mafie (Castelvetrano, Caserta). Altri
architetti si misurano con un’edilizia popolare nuova rispetto alle
nostre attuali periferie, e sono infine da sottolineare gli
interventi di restauro in una prospettiva di modernizzazione che
non violenti il passato (Rota all’Arengario di Milano, Piano alla
Fondazione Vedova di Venezia).

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