Symphony in D: la sinfonia collaborativa con i suoni di Detroit

Il 20 novembre scorso l’orchestra sinfonica di Detroit ha eseguito per la prima volta Symphony in D: un’opera unica per la città di Detroit, un lavoro durato due anni e guidato da Tod Machover – già collaboratore di artisti come Peter Gabriel e Prince nonché il compositore più connesso d’America, secondo il Los Angeles Times –

Il 20 novembre scorso l’orchestra sinfonica di Detroit ha eseguito per la prima volta Symphony in D: un’opera unica per la città di Detroit, un lavoro durato due anni e guidato da Tod Machover – già collaboratore di artisti come Peter Gabriel e Prince nonché il compositore più connesso d’America, secondo il Los Angeles Times – che ha portato alla composizione di una sinfonia definita dallo stesso autore “collaborativa”.

L’orchestrazione, guidata dal vivo dal direttore musicale Leonard Slatkin, si intreccia con più di ottomila suoni provenienti dalla città di Detroit, proposti direttamente dai suoi abitanti e selezionati e campionati dalla stessa orchestra: un vero e proprio ritratto sonoro della città.

 

Dai suoni delle fabbriche della periferia a quelli dei parchi, dal People Mover alle tempeste di neve, dagli allenamenti di canottaggio di Belle Isle Park alle aziende agricole del Michigan: più di quindicimila suoni – cento ore in totale – inviati mediante l’applicazione sviluppata ad hoc dal Massachusetts Institute of Technology.

 

Tod_Machover
Tod Machover, compositore e organizzatore del progetto Symphony in D

 

Prima di sbarcare a Detroit, Machover aveva già lavorato ad altre “city simphony”: aveva, infatti, condotto esperimenti di questo genere per la prima volta in Canada (con la Toronto’s symphony), ma anche in Europa e in Australia. Quando si è chiesto che suono avesse Detroit, però, non si aspettava certo che la comunità rispondesse così numerosa:

 

Nessuna di queste esperienze precedenti mi aveva preparato per l’emozione e la potenza della città di Detroit. (…) Ma questa città ha una storia incredibilmente potente da raccontare, è un momento importante per pensare alla città. Una delle funzioni più interessanti della musica, in un progetto come questo, è che può essere in grado di riunire le persone intorno a un sentimento o un’idea comune. (…) Detroit è fantastica, i suoi abitanti hanno davvero a cuore la propria città e hanno voglia di cambiare il corso delle cose.

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