Brian Eno fonda Hard art, il collettivo di artisti contro la crisi climatica

Hard art è il collettivo interdisciplinare fondato da Brian Eno per combattere i cambiamenti climatici e le crisi globali del nostro tempo.

In un’epoca complicata come quella che stiamo attraversando, tra crisi climatica e democratica, è nato Hard art, un collettivo guidato da Brian Eno, musicista, artista e attivista, che si propone di rispondere alle minacce per la stabilità globale con un approccio interdisciplinare. Hard art è un laboratorio di idee e un centro di produzione artistica che unisce circa 150 artisti, scienziati, designer, attivisti e pensatori per combattere le sfide del nostro tempo. L’obiettivo è innescare un cambiamento culturale capace di influenzare la società e promuovere un ecosistema di azioni strategiche per il cambiamento.

Brian Eno sul palco.
Il collettivo Hard art si incontra nello studio di Brian Eno a Londra un paio di volte al mese dal novembre del 2022 © Jim Dyson/Getty Images

La sua peculiarità è quella di non limitarsi a essere un gruppo di artisti, ma di abbracciare diverse discipline: tra gli altri, il collettivo include figure come il designer Es Devlin, gli artisti visivi Cornelia Parker e Gavin Turk, lo scrittore Jon Ronson e il regista Asif Kapadia, ma anche Liz Slade, leader religiosa, Graham Smith, professore di politica all’Università di Westminster, e Carmody Grey, filosofo e professore all’Università di Durham. Questa diversità di talenti e background permette a Hard art di approcciare le problematiche globali da molteplici prospettive, potenziando la capacità del collettivo di innescare un dialogo produttivo e innovativo sulle questioni più urgenti.

Hard art, le iniziative contro la crisi climatica e democratica

Il collettivo si incontra nello studio di Eno a Londra un paio di volte al mese dal novembre del 2022. Uno dei primi progetti di Hard art è il manifesto The work we need to do, sottoforma di fanzine progettata dall’artista Jeremy Deller.

Nel febbraio scorso, il gruppo si è ufficialmente presentato al pubblico con il lancio del festival The fête of Britain, un evento di quattro giorni che si è tenuto a Manchester e che ha esplorato le crisi che colpiscono il Regno Unito, concentrandosi su quella del costo della vita e sul collasso climatico, offrendo un palcoscenico aperto a tutte le persone per discussioni collettive e riflessioni.

Recentemente, Hard art ha commentato con una lettera aperta l’assoluzione di nove donne processate per aver intrapreso un’azione di protesta con Extinction rebellion presso la sede di uno dei maggiori investitori mondiali in combustibili fossili, la Hsbc. La lettera, firmata da figure di spicco come Emma Thompson, Thom Yorke, Robert Del Naja e Peter Gabriel, è un appello alla libertà di azione non violenta per il clima.

Ora, Hard art sta lavorando a una serie di nuovi progetti che saranno distribuiti attraverso Metalabel, una piattaforma co-fondata da Yancey Strickler, già co-fondatore di Kickstarter. Questa collaborazione permetterà di pubblicare lavori in vari formati, raggiungendo così un pubblico più ampio.

Le prossime pubblicazioni includono un libro di Brian Eno, un gioco di carte di Joshua Citarella e un libro in collaborazione con l’artista Ian Bruce, che includerà una serie di dipinti dei membri di Hard art. Tutti i proventi delle attività sono destinati a sostenere diverse organizzazioni, a seconda della natura del progetto.

La visione di Brian Eno

Brian Eno, noto per le sue innovazioni nel campo della musica ambient e per il suo attivismo climatico – è il fondatore di EarthPercent, un’organizzazione per il clima che raccoglie fondi da musicisti – è la mente e la forza trainante si Hard art. Le idee di partenza sono due: la consapevolezza di una profonda interconnessione tra collasso climatico e crisi democratica e la convinzione che la collaborazione tra diverse discipline possa creare un impatto maggiore rispetto all’azione isolata.

“Affrontare la crisi climatica sarà immensamente difficile, ma finché non affronteremo la crisi della nostra democrazia non saremo in grado di compiere le mosse audaci e coraggiose necessarie”, ha affermato Eno. L’artista vede questo nuovo collettivo come un mezzo per catalizzare un cambiamento significativo e sottolinea l’importanza della sinergia tra le discipline introducendo il concetto di scenius, che descrive come l’intelligenza collettiva di un gruppo che può superare quella degli individui singoli. “Il genio non è mai solo un fenomeno individuale, ma sempre un risultato collettivo”, afferma Eno.

In definitiva, Hard art rappresenta un esempio potente di come arte e scienza possano trascendere i propri confini tradizionali e diventare, insieme, catalizzatore unico per il cambiamento sociale e ambientale.

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