Cop28

Cosa dice la dichiarazione islamica sui cambiamenti climatici

Redatta dai rappresentanti del mondo islamico, la Dichiarazione invita i fedeli a seguire il testo sacro per proteggere “il fragile equilibrio del pianeta”.

Il simposio, tenutosi il 17 e 18 agosto 2015 a Istanbul, ha visto impegnati più di 60 rappresentanti del mondo islamico, provenienti da 20 Paesi. L’incontro si è concluso con la redazione della “Dichiarazione islamica sul cambiamento climatico“. Un’importante presa di posizione da parte del mondo islamico, che sprona il 1,6 miliardo di musulmani a prendersi cura del “fragile euqilibrio (mīzān) della Terra” e i leader politici a sottoscrivere degli accordi vincolanti durante la prossima Conferenza sul clima a Parigi, perché: “Le attività umane stanno facendo una tale pressione sulle naturali funzioni della Terra, che la capacità degli ecosistemi di sostenere le generazioni future non può più essere dato per scontato“.

 

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Ecco alcuni dei passaggi più rappresentativi:

  • Gli ecosistemi e le culture umane sono già a rischio a causa del cambiamento climatico;
  • Il rischio di eventi estremi causati dal cambiamento climatico come ondate di calore, precipitazioni estreme e le inondazioni delle coste sono già in aumento;
  • Questi rischi sono distribuiti equamente, e sono maggiori per le comunità povere e svantaggiate di ogni Paese, a tutti i livelli di sviluppo;
  • Gli effetti prevedibili avranno riperussioni sulla biodiversità terrestre, sui beni e sui servizi prodotti dai nostri ecosistemi e sulla nostra economia globale;y;
  • Gli stessi sistemi fisici della Terra sono a rischio di bruschi e irreversibili cambiamenti.

La dichiarazione afferma che:

  • Dio ha creato la Terra in perfetto equilibrio (mīzān);
  • La sua immensa misericordia ci ha dato terreni fertili, aria fresca, acqua pulita e tutte le buone cose sulla Terra che rendono la nostra vita qui praticabile e piacevole;
  • Le funzioni naturali della Terra nei suoi cicli stagionali e naturali: un clima in cui gli esseri viventi – compreso l’uomo – possono prosperare. L’attuale catastrofe del cambiamento climatico è il risultato della perturbazione umana di questo equilibrio.

Per questo nella dichiarazione si chiede:

  • Di stabilizzare le concentrazioni di gas serra ad un livello tale da impedire pericolose interferenze antropogeniche con il sistema climatico;
  • Di ridurre le emissioni comunque non oltre la metà di questo secolo;
  • Di riconoscere l’obbligo morale di ridurre i consumi cosicchè la parte più povera della popolazione possa beneficiare delle risorse non rinnovabili del pianeta;
  • Di rimanere entro il limite dei “2 gradi”, o meglio di 1,5 gradi, tenendo a mente di lasciare nel suolo i 2/3 dei rimanenti combustibili fossili;
  • Di impegnarsi verso l’obiettivo del 100 per cento di rinnovabili e/o una strategia a zero emissioni il prima possibile.

Qui la versione integrale della dichiarazione.

 

Immagine di copertina ©Daniele Lembo/Flickr

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