Il primo Migranti film festival all’università del cibo di Pollenzo

A Pollenzo nella sede dell’Università di scienze gastronomiche nasce il primo Migranti film festival con l’obiettivo di contribuire a una cultura dell’accoglienza.

2,509 film da 113 paesi, di cui 174 italiani. Questa la sintesi numerica del primo Migranti film festival, organizzato dall’Università di Scienze gastronomiche (Unisg) con Slow Food e la Città di Bra che si svolgerà dal 10 al 12 giugno a Pollenzo, in provincia di Cuneo, proprio presso la sede universitaria.

Cibo e migrazione, quindi. Ma come unire due concetti apparentemente così distanti in un momento storico difficile per l’immigrazione, in un periodo in cui le spese di respingimento hanno superato quelle dell’accoglienza? Eppure il Migranti film festival di Pollenzo nasce da un’esigenza: quella degli studenti dell’Unisg – da sempre caratterizzata da una forte impronta internazionale – di raccontare la relazione che instaurano con persone di nazionalità diverse incontrate lungo i viaggi didattici. “I film diventano così uno strumento fondamentale di confronto”, ha raccontato Dario Leone, direttore artistico della rassegna e del Laboratorio Cinema Unisg presentando la manifestazione che è parte del progetto MigrArti del Ministero dei beni e delle attività culturali e che trova il sostegno di NovaCoop e della Fondazione Crc.

Migranti film festival, nomi e numeri

I cineasti che hanno partecipato al bando di concorso sono moltissimi. Due sono le sezioni in concorso per i film selezionati: una per sei lungometraggi (provenienti da Svezia, Francia, Spagna/Ucraina, Danimarca, Italia/Sri Lanka), l’altra per otto cortometraggi (provenienti da Spagna, Slovenia, Regno Unito, Svizzera, Francia, Stati Uniti, Albania). Inoltre, tre sezioni fuori concorso da 20 film ciascuna sono state riservate ai temi “Prima del viaggio”, “Durante il viaggio” e “Dopo il viaggio”.

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Il Migranti film festival promuove l’incontro tra culture © Tullio M. Puglia/Getty Images for Slow Food Terra Madre

“La nostra è una generazione cresciuta misurandosi con la sfida della convivenza, con l’idea di un’Europa unita”, ha spiegato il regista Francesco Amato, tra i membri della giuria. “Ora siamo una generazione che deve fare i conti con un senso di smarrimento, diversamente dai nostri sogni per il futuro”. I film in concorso sono stati selezionati da una giuria d’eccezione che ha sposato l’intento del festival e il grande lavoro degli studenti. Una giuria che come ha detto Amato: “Fa invidia a quella di Cannes“.  Infatti, il gruppo che premierà la migliore opera nella categoria dedicata ai lungometraggi è presieduta da Giorgio Diritti e composta dal regista Gianni Amelio, dal critico Alberto Barbera, dalla scrittrice Luciana Castellina, dalla produttrice Paola Farinetti, dai giornalisti Enrico Magrelli e Maurizio Molinari, e ancora da Liborio Termine, Alice Waters e Cheikna Thiam (studente Unisg dal Senegal). Il primo classificato riceverà un premio di mille euro intitolato alla memoria del cantautore Gianmaria Testa. Il gruppo invece che premierà la categoria dei cortometraggi è presieduto dal regista Emanuele Crialese e composto da Francesco Amato, Victoria Cabello, Lella Costa, Jacopo Fo, Dieter Kosslick, Isabella Rossellini, Gabriele Salvatores e Ali Haidar Alsharani (studente Unisg dalla Siria). Il primo classificato riceverà un premio di 500 euro intitolato alla memoria di Dario Fo.

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Carlo Petrini (al centro, a destra), presidente di Slow Food e fondatore dell’Unisg © Tullio M. Puglia/Getty Images for Slow Food Terra Madre

Cicli di conferenze e dibattiti

Migranti film festival non è soltanto un appuntamento per coloro che amano il cinema ma un lungo fine settimana con un programma ricco di autori, studiosi, artisti, operatori culturali e sociali, migranti e studenti che arrivano da tutto il mondo. Nel corso delle tre giornate dell’evento si alterneranno alle proiezioni anche conferenze, dibattiti, spettacoli teatrali, esperienze di migrazione interna italiana e di migrazione straniera in Italia, storie di successo imprenditoriale di migranti, identità gastronomiche e politiche.

“Sono orgoglioso di questi nostri ragazzi e sono convinto che potranno cambiare questo mondo. Pensate che in due mesi e con solo 20mila euro sono riusciti a dare vita a un festival di questa portata, che ha una valenza politica oltre che estetica, come dimostra anche la risposta di una straordinaria giuria”, conclude Carlo Petrini, presidente di Slow Food e fondatore dell’università. “La volontà di questo festival è affiancare a film belli ed emotivamente coinvolgenti un messaggio politico. I fenomeni migratori non vanno governati, ma accompagnati. Non ha senso rigenerare vecchi hotel e trasformarli in strutture di accoglienza, è evidente l’intento del profitto. Senza il coinvolgimento della comunità non c’è ospitalità”.

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