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Obiettivo 1. Sconfiggere la povertà 

Negli ultimi 25 anni più di un miliardo di persone si sono risollevate dalla povertà estrema. Se infatti nel 2010 il 15,7 per cento della popolazione mondiale si sostentava con meno di 1,90 dollari al giorno, questa percentuale nel 2015 è scesa al 10 per cento. Da allora, però, i progressi si sono rivelati più faticosi. Già alla vigilia della pandemia si prevedeva per il 2030 un tasso di povertà estrema del 6 per cento. Un fallimento, considerato che l’Agenda 2030 puntava ad azzerarla.

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Il primo Obiettivo di sviluppo sostenibile prevede di porre fine ad ogni forma di povertà nel
mondo © Jordan Opel/Unsplash

Poi è arrivato il coronavirus che, secondo l’Onu, farà ricadere nella povertà estrema 71 milioni di persone, soprattutto tra Asia meridionale e Africa subsahariana, facendo virare la curva verso l’alto per la prima volta dal 1998. La crisi economica, la chiusura delle aziende e la necessità di prendersi cura della famiglia ingrosseranno le fila dei “working poor”, cioè quelle persone che percepiscono un reddito insufficiente per un tenore di vita dignitoso. Una condizione in cui nel 2019 ricadeva il 12,8 per cento degli occupati under 24.

C’è da attendersi che il coronavirus abbia un impatto negativo anche in Italia, dove nel 2019 vivevano 4,6 milioni di individui in condizioni di povertà assoluta, con un’incidenza preoccupante soprattutto tra gli stranieri (26,9 per cento, contro il 5,9 per cento degli italiani), i minorenni (11,4 per cento, cioè 1 milione e 137mila bambini e ragazzi) e al Sud (8,6 per cento).