Dopo oltre 100 giorni senza pioggia, sono arrivate le precipitazioni nel centro e nord Italia. La prolungata siccità ha provocato una forte crisi idrica del fiume Po, molto simile a quella avuta nel 1972 con valori idrometrici da record. L’inverno 2021-2022 ha registrato temperature superiori alla media, risultando uno degli inverni più caldi e secchi degli ultimi 30 anni soprattutto nell’area del bacino del fiume Po. Il mese di febbraio ha registrato un aumento della temperatura di 1,7 gradi rispetto al trentennio 1981-2010 , confermando purtroppo il trend che si registra da alcuni anni.

La siccità del fiume Po è grave

Gli effetti di questa siccità si vedono nel Delta del fiume con l’avanzata del mare che risale verso l’interno per più di dieci chilometri provocando il cosiddetto “cuneo salino” che ha conseguenze negative sia sull’agricoltura che sulla biodiversità. Oltre all’aspetto ambientale, c’è anche quello energetico che è messo in pericolo dalla mancanza di acqua; le centrali idroelettriche e termoelettriche stanno già avendo notevoli difficoltà nel mantenere i livelli di produzione di energia con questi livelli idrici, un ulteriore elemento per dare finalmente priorità alle energie rinnovabili e sostenibili.

I livelli e le portate del fiume Po sono al di sotto delle soglie di emergenza con valori che solitamente si registrano in estate, senza però avere fino ad adesso i prelievi idrici per l’agricoltura.

All’Isola degli Internati a Gualtieri, vicino Reggio Emilia, sono riaffiorate due navi affondate dai tedeschi nella Seconda guerra mondiale; non è la prima volta che si vedono, ma non era mai successo in questo periodo dell’anno.

A Boretto (Reggio Emilia) le ruspe sono costrette a scavare lungo il letto del fiume per far entrare in funzione gli impianti di bonifica, mentre la spiaggia si estende progressivamente ogni giorno lasciando sempre più scoperti i piloni del ponte stradale. Nei pressi di Ostiglia (Mantova), la situazione è molto simile con il letto del fiume che si è ritirato lasciando spazio alla sabbia, con la centrale termoelettrica che fa da sfondo a un panorama che si vede solamente nelle estati più torride.

I dati e le previsioni fornite dall’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) e dalle altre istituzioni non sono rassicuranti. Nei prossimi giorni ci saranno precipitazioni ma difficilmente riusciranno a colmare il deficit idrico attuale. Gli effetti di questa siccità si vedono anche nel Delta del fiume Po con l’avanzata del mare che risale verso l’interno per più di dieci chilometri provocando il cosiddetto “cuneo salino” che ha conseguenze negative sull’agricoltura, sulla biodiversità e sull’equilibrio naturale di quei territori. Oltre all’aspetto ambientale, c’è anche quello energetico che è messo in pericolo dalla mancanza di acqua; le centrali idroelettriche e termoelettriche stanno già avendo notevoli difficoltà nel mantenere i livelli di produzione di energia perché non c’è abbastanza acqua; un ulteriore elemento per dare finalmente priorità alle energie rinnovabili e sostenibili.