Con cinque giorni di raffiche di vento e piogge scroscianti l’uragano Ida si è abbattuto sugli Stati Uniti orientali lasciando dietro di sé 56 vittime – il bilancio è in continuo aggiornamento –, migliaia di abitazioni allagate o distrutte e danni pesanti alla rete elettrica in diversi stati. 

Ida nel sudest: i danni in Louisiana 

Risalendo dal Centroamerica, dove si è formato, nella serata del 29 agosto l’uragano Ida ha colpito il sudest degli Stati Uniti. I danni maggiori si sono verificati in Louisiana a causa delle intense piogge e dei venti che spiravano a 200 chilometri orari. Più di un milione di edifici sono rimasti senza energia elettrica, migliaia di abitazioni sono finite sott’acqua o andate distrutte e diverse strade sono rimaste impraticabili dalla caduta degli alberi o dei tralicci circostanti. 

In poche ore intere famiglie hanno perso la loro unica casa, insieme a tutto ciò che questa conteneva, mentre i soccorsi si muovevano in barca o in elicottero nel tentativo di portare quante più persone possibile in un luogo sicuro e asciutto.  

Nonostante gli enormi danni materiali, ancora non quantificati in modo definitivo, il bilancio delle vittime è rimasto contenuto – si parla di 13 morti tra Louisiana, Mississippi e Alabama grazie anche agli investimenti milionari compiuti negli ultimi anni per rafforzare i sistemi di sbarramento, protezione e di drenaggio dopo la devastazione portata nella zona dall’uragano Katrina nel 2005. 

Nel frattempo a New York, che dista più di 2.000 chilometri da New Orleans, Ida sembrava ancora un fenomeno lontano anni luce dalla frenesia che ha ricominciato a pervadere la città. Eppure, nel giro di pochi giorni la tempesta sarebbe arrivata anche nel nordest.  

43 vittime nel nordest, da New York alla Pennsylvania 

A New York la pioggia è cominciata verso le cinque del pomeriggio del primo settembre, accompagnata da raffiche di vento che portavano via gli ombrelli dei pendolari. Nonostante le devastanti immagini della Louisiana, sulla metropolitana verso Brooklyn nessuno sembrava particolarmente preoccupato riguardo all’ormai imminente arrivo di Ida.  

Solo con l’avanzare della notte le sirene dei vigili del fuoco sono iniziate a diventare sempre più forti e sempre più frequenti, così come il suono delle gocce che battevano sulle finestre e le correnti che facevano traballare i rami degli alberi.  

Nel giro di poche ore è caduta sui cinque quartieri di New York una quantità d’acqua che, secondo i calcoli della Cnn, potrebbe riempire 50 mila piscine olimpiche. Il record è stato toccato a Central Park dove in 24 ore sono caduti più di 18 centimetri di pioggia. 

Diverse stazioni della metropolitana sono state allagate, e anche il giorno successivo molte linee sono rimaste ferme causando non pochi disagi all’enorme sistema di trasporto pubblico di New York, che non si ferma mai e raggiunge in modo capillare case, uffici, negozi e ospedali in una città da 8 milioni di persone. 

Tra New York, New Jersey, Connecticut e Pennsylvania Ida ha causato almeno 43 vittime e ha lasciato 150mila abitazioni senza energia elettrica. Tutto in una sola notte.  

Il presidente Joe Biden: “La crisi climatica è arrivata” 

“L’uragano Ida, gli incendi nell’ovest del Paese e le inondazioni lampo negli stati di New York e del New Jersey ci ricordano ancora una volta che il momento di queste tempeste estreme e della crisi climatica è ormai arrivato”,  ha affermato il 2 settembre il presidente Usa Joe Biden. 

Biden ha promesso che l’Agenzia federale per la gestione delle emergenze (Fema) aiuterà gli stati più colpiti, dove continuano le operazioni di soccorso. “Il mio messaggio per tutti coloro che hanno subito danni è che ci siamo dentro insieme. La nazione è qui per aiutarvi”. 

In soli cinque giorni la forza dell’uragano Ida ha ucciso 56 persone e creato danni a edifici, infrastrutture elettriche e stradali che richiederanno mesi, se non anni, per essere risolti. La crisi climatica è davvero arrivata e, a differenza di Ida, non passerà da sola.