Marche-Europe, come è finito il viaggio in bici fino a Bruxelles per promuovere il cicloturismo

1.700 chilometri, 14 tappe e un messaggio per il Parlamento europeo, per promuovere il cicloturismo in Italia. Ecco la lunga pedalata di Mauro Fumagalli.

È  partita il 10 settembre da Civitanova Marche la “Bike long ride Marche-Europe”, il viaggio in bicicletta che in 14 giorni ha raggiunto il Parlamento europeo a Bruxelles per presentare all’apposita Commissione turismo e trasporti un documento di sintesi sulla ciclabilità e sul turismo in bici in Italia. A organizzare e pedalare questo tour itinerante è l’instancabile Mauro Fumagalli, guida in bicicletta nonché fondatore del progetto MarcheBikeLife Srl.

Il tour ha toccato 14 tappe per 1.700 chilometri attraversando Svizzera, Germania, Francia e Belgio. Numerosi sono i convegni e gli incontri organizzati con le comunità, le autorità locali e le associazioni di promozione della bicicletta. L’obiettivo è ribadire l’importanza del cicloturismo nel promuovere i territori e le sue eccellenze, attraverso lo sviluppo della bike economy e della mobilità ciclistica, valorizzando prodotti tipici, consorzi turistici, strutture ricettive, aziende dell’enogastronomia e distretti produttivi.

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L’arrivo al Parlamento europeo © Monica Palloni

In viaggio oltre a Fumagalli ci sono stati per alcuni tratti anche altri due ciclo ambasciatori, Carlo Luzi e Franco Tresoldi. Insieme hanno quindi raccolto spunti e proposte per il cicloturismo e la mobilità sostenibile.

Sport e solidarietà, sotto la buona stella di Gino Bartali

Madrina di questa pedalata è Gioia Bartali, nipote del campione Gino Bartali, che ha affidato alla carovana un messaggio da portare per le vie d’Europa. “Gino Bartali è stato un simbolo indiscusso del ciclismo italiano, ricordato per le sue grandi imprese sportive ma soprattutto per la sua grande umanità – afferma Gioia Bartali. “Vincitore di tre giri d’Italia, due Tour de France, quattro Milano-Sanremo e numerose altre corse, nella sua vita ha percorso più di 700mila chilometri, continuando ad allenarsi persino durante la guerra. Il suo nome è inciso allo Yad Vashem, memoriale della Shoa a Gerusalemme, per aver salvato 800 ebrei durante l’ultimo conflitto mondiale, nascondendo documenti falsificati nella canna della sua bicicletta. Medaglia d’oro al valore civile nel 2006, dichiarato Giusto tra le Nazioni nel 2013”. Conclude il discorso tenuto alla partenza del viaggio ricordando le parole del nonno: “Se lo sport non è solidarietà e scuola di vita, non serve a niente”.

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Gioia Bartali e Mauro Fumagalli alla partenza © Monica Paoloni/ MarcheBikeLife

Marche-Europe, in bici sulle ciclovie italiane e d’Europa

Raggiungiamo al telefono Mauro Fumagalli durante il viaggio per farci raccontare dell’impresa. “Sono davvero contento della condivisione che c’è stata fin dalla prima tappa, da Gabicce Monte – racconta Fumagalli. “Abbiamo percorso dall’inizio tutte le ciclabili immagini e possibili, ovviamente in Italia ci sono dei salti abbastanza importanti, uno fra tutti la parte della ciclovia Adriatica. La situazione migliora quando si arriva a Ferrara, dove troviamo una rete di ciclabili molto belle. Lungo l’argine del Po abbiamo attraversato le terre della Food Valley Bike per risalire verso nord, questa volta lungo l’Adda. Dal Trentino in poi sembra di stare in un altro mondo, decisamente bike friendly. Abbiamo pedalato lungo la ciclabile dell’Adige fino a Bolzano e scalando diversi passi alpini – tosti! – siamo arrivati in Germania attraversando l’Austria. Quello che riempie di gioia qui, è vedere flotte di cicloturisti su queste splendide ciclabili, come quella sul lago di Costanza, che anche con la pioggia pedalano felici!”.

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Lungo le strade dell’Emilia Romagna © MarcheBikeLife

Tanti gli incontri e i progetti condivisi grazie anche alla presenza di persone che si occupano di mobilità sostenibile e lavorano nelle amministrazioni (progettisti, assessori, sindaci) ma anche commercianti ed enti del turismo, con cui si ragiona anche di sicurezza stradale. Marche-Europe ha portato infatti il messaggio della campagna “Io rispetto il ciclista” lanciata da Paola Gianotti, che prevede la posa di cartelli nei vari comuni di tutta Italia in cui si indica il metro e mezzo come distanza da mantenere tra chi guida l’auto e chi va in bici, per un sorpasso sicuro, chiedendo l’approvazione della relativa legge.

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Fumagalli con il sindaco di Sermide e il cartello del “metro e mezzo” © MarcheBikeLife

Conclude Fumagalli: “Siamo mossi da passione, gambe e cuore senza tralasciare l’obiettivo di lasciare un segno concreto nel mondo del cicloturismo e della mobilità sostenibile mettendo a disposizione la nostra professionalità nell’intercettare azioni che possano portare beneficio al nostro Paese. Vogliamo dimostrare quanto sia importante questo segmento, per migliorare la vita di tutte e tutti noi”.

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Settima tappa, da Trento a Malles Venosta © MarcheBikeLife

L’evento è particolarmente importante proprio in vista del 2024: il Parlamento europeo ha infatti chiesto con una risoluzione che il 2024 sia l’anno europeo della bicicletta, con l’adozione di linee strategiche di intervento per migliorare la ciclabilità, la mobilità sostenibile e la transizione ecologica.

Come previsto, Mauro Fumagalli ha raggiunto Bruxelles il 25 settembre per incontrare l’indomani l’onorevole Carlo Fidanza, componente italiano della Commissione turismo e trasporti del Parlamento europeo, alla presenza del vice presidente del Parlamento europeo Roberts Zīle e dell’europarlamentare Nicola Danti. A loro è stato consegnato il documento di sintesi in cui si ribadisce la necessità di mettere in atto interventi per ricucire i territori, sistematizzare e valorizzare i progetti di cicloturismo esistenti in Italia.

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