Expo 2015

L’olio extravergine sarà venduto in farmacia, come una medicina

In arrivo il primo olio extravergine di oliva etichettato come naturalmente nutraceutico. Un’operazione con molti aspetti positivi e qualcosa da obiettare.

Sarà venduto in farmacia, proprio come una medicina, il primo olio ad approfittare della definizione di “nutraceutico” in Italia.

È abruzzese. Sarà forse un po’ più caro, come quasi tutti i prodotti venduti in farmacia. Ma avrà la garanzia di un contenuto di sostanze benefiche certo e certificato.

 

Nel pionieristico progetto realizzato dall’azienda olearia Ursini, affiancata dalla Fondazione Mario Negri Sud di Chieti come partner scientifico, ci sono aspetti positivi od opinabili, ma comunque interessanti.

L’olio extravergine d’oliva dalle riconosciute proprietà antiossidanti si chiama ‘Olife’: un alimento salutare che associa componenti nutrizionali a proprietà curative di principi attivi naturali di comprovata e riconosciuta efficacia. Per questo sarà commercializzato nel circuito farmaceutico.

 

Questo è il primo olio extravergine di oliva naturalmente nutraceutico e dalle proprietà antiossidanti. Il Regolamento Ue 432/2012 (in vigore da dicembre 2012) relativo alla compilazione di un elenco di indicazioni sulla salute consentite sui prodotti alimentari stabilisce che “I polifenoli dell’olio di oliva contribuiscono alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo”. Quest’indicazione può essere vantata solo per un prodotto che contenga almeno 5 mg di idrossitirosolo e suoi derivati (ad esempio, complesso oleuropeina e tirosolo) per 20 g di olio d’oliva. L’indicazione va accompagnata dall’informazione al consumatore che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di 20 g di olio d’oliva. Inoltre, l’olio extravergine d’oliva è, si sa, fonte di vitamina E (Regolamento CE n. 1924/2006), potentissimo antiossidante naturale che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo (Reg. 432/2012). Tutto omologato, tutto certificato.

 

Gli aspetti positivi riguardano una nuova categorizzazione per un alimento sano, celebre e sacrosantamente indicato come ingrediente chiave della dieta mediterranea, vettore trainante di un’economia tradizionale solida e da valorizzare ulteriormente. Gli aspetti opinabili riguardano la definizione del prezzo, che presumibilmente potrà essere fissato un po’ più alto in virtù della classificazione, e il fatto che non provenga da agricoltura biologica, il metodo di coltivazione più salubre. Non solo per la bruschetta.

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