Vladislav è un ragazzo ucraino arrivato in Italia circa dieci anni fa dopo un viaggio in autobus durato tre giorni. La sua è la storia di un giovane alla ricerca di un modo nuovo di vivere, con il desiderio di ricevere un’opportunità da sfruttare e un posto dove costruire la propria vita. Originario di Brovary, una città di quasi diecimila abitanti nella regione (oblast’) di Kiev, nell’Ucraina centrale, Vladislav ha iniziato da subito a lavorare a Roma come barista, immergendosi immediatamente nella lingua e nella cultura italiana.

Elena, la sua compagna, lo ha raggiunto un anno dopo e insieme hanno vissuto da lontano le proteste di Euromaidan, cercando di supportare da remoto la spinta democratica che ha investito l’Ucraina nel 2014 e che porterà alla caduta del governo di Viktor Janukovyč.

Con l’avvento dell’invasione da parte della Russia a partire dal 24 febbraio 2022, Vladislav ha come pensiero fisso quello di tornare in Ucraina per difendere la propria terra, a combattere se necessario, per quella che definisce la sua seconda madre.

Per sua fortuna, al momento le forze militari ucraine non hanno bisogno di ulteriori uomini sul campo e il suo supporto continua da Roma tramite raccolte di generi alimentari, medicine e attrezzature come giubbotti antiproiettile e caschi. Insieme a sua moglie stanno aspettando l’arrivo di una famiglia ucraina di sei persone che troveranno riparo nel loro appartamento nel quartiere di Centocelle.

“Rispetto ai russi siamo diversi da qui a qui”, dice Vladislav indicando il cuore e la testa. Per lui è chiaro come da tempo gli ucraini abbiamo deciso di volgere il loro sguardo e il loro futuro verso un’organizzazione democratica, europea e occidentale della società civile. “Voglio aiutare, voglio fare qualcosa per proteggere non solo l’Ucraina, ma anche l’Europa. E tutto andrà bene”.